SPECIALE CANNES MÉMOIRES
La forza della coralità
Nel corso di sessantanove edizioni è successo piuttosto raramente che una commedia vincesse il Festival di Cannes, il quale – come altre manifestazioni simili – predilige il cinema drammatico, palesemente impegnato e autoriale. E a rappresentare una delle poche eccezioni a tale tendenza vi è sicuramente Signore & signori di Pietro Germi, che nel 1966 ottenne il Grand Prix per il Miglior Film ex aequo con Un uomo, una donna di Claude Lelouch.
Una vittoria che pare ancora oggi meritata, non solo perché la pellicola rappresenta in pieno la commedia all’italiana con il suo sguardo sarcastico sulla società medio-borghese del periodo, ma anche e soprattutto per le proprie qualità linguistiche e formali, costituite in primis dal serrato ritmo narrativo con cui vengono raccontate le vicende del film. Ambientato in un paese veneto ipocrita e perbenista, il quindicesimo lungometraggio di Germi si divide in tre episodi messi in scena con piglio energico e a tratti frenetico, nel quale emerge il flusso continuo d’invenzioni registiche e di sceneggiatura. Caratteristiche tipiche delle commedie del regista genovese, e che in quest’opera prendono vita grazie a uno specifico elemento narrativo: la coralità. Se, per esempio, in Divorzio all’italiana il ritmo, il vortice d’idee e un certo barocchismo di fondo nascevano soprattutto dai tic e dall’immaginazione di un unico individuo (il protagonista interpretato da Marcello Mastroianni), nell’opera con Virna Lisi è proprio la moltitudine di personaggi a far scaturire il maggior numero di scelte e iniziative. E mentre nel primo e nell’ultimo episodio (rispettivamente riguardanti una festa e un inconsapevole abuso di minorenne) la regia e il montaggio sono serrati e dinamici perché seguono nel modo più chiaro e coinvolgente possibile delle storie in cui i protagonisti sono numerosi, nel secondo ritmo e coralità sono meno “scontati”. Infatti, questo vede solo due personaggi importanti in quanto incentrato sull’amore tra una giovane commessa e un ingegnere infelicemente sposato; vicenda i cui accadimenti vengono raccontati, almeno in parte, con il contributo di diversi testimoni che dialogano e spettegolano tra loro al bar o in ufficio. Una scelta brillante poiché qui la coralità assume la doppia funzione di rendere la narrazione più dinamica perché composta da più voci e di sottolineare ancora una volta l’ipocrisia e la malignità della provincia descritta. Un’incisività narrativa e uno sguardo critico che hanno reso Pietro Germi non solo e non tanto un artigiano, ma piuttosto un autore coerente nella sua idea di mondo e di cinema. E anche per questo meritevole di un riconoscimento internazionale.
Signore & signori [id., Italia/Francia 1966] REGIA Pietro Germi.
CAST Alberto Lionello, Olga Villi, Virna Lisi, Beba Loncar, Gastone Moschin, Gigi Ballista.
SCENEGGIATURA Age & Scarpelli, Luciano Vincenzoni, Pietro Germi, Ennio Flaiano. FOTOGRAFIA Aiace Parolin. MUSICHE Carlo Rustichelli.
Commedia, durata 118 minuti.