SPECIALE CANNES MÉMOIRES
“Non sarebbe stato meglio per questi Indios…
… che il mare e il vento non avessero trasportato nessuno di noi fino a loro?”. La frase pronunciata dal Cardinale Altamirano nel film Mission di Roland Joffé, vincitore della Palma d’Oro al festival di Cannes 1986, pesa come un macigno se si pensa agli enormi disastri commessi dagli europei in Sud America.
Ambientato nel 1750 nei territori conquistati secoli prima da spagnoli e portoghesi in seguito alla scoperta delle Americhe, il film narra della nascita di una nuova Missione gesuita nella foresta sopra le cascate dell’Iguazú, ad opera di padre Gabriel per convertire al Cristianesimo una tribù di Guaranì ancora allo stato “selvaggio”. Tuttavia, a causa del passaggio di questi territori dalla corona spagnola a quella portoghese, l’opera dei Gesuiti verrà messa a rischio. Di notevole impatto visivo grazie agli splendidi scenari naturali in cui è immersa la vicenda, il film affronta molteplici tematiche, intrecciate tra loro a tal punto da risultare difficile definire su quale questione voglia porre maggiormente l’accento. Piuttosto, l’intenzione sembra quella di rappresentare una precisa situazione storica con tutte le sue contraddizioni, passate, presenti e future. Da un lato è evidente come l’operato dei missionari Gesuiti, mossi dalla “volontà divina” di portare la parola di Dio nei più remoti angoli della Terra, distrugga l’identità e la particolarità dei popoli del Nuovo Continente, annullando gran parte delle loro tradizioni e imponendo una religione del tutto estranea. Dall’altro, non si può non riconoscere proprio nell’operato dei Gesuiti l’unica via di salvezza per i Guaranì di scampare alla sottomissione da parte di spagnoli e portoghesi. Forte è il contrasto tra mondo “primitivo” rappresentato dalla bellezza della natura e dalla capacità degli Indios di vivere in simbiosi con essa, e il mondo “civilizzato” portatore di distruzione e morte, incapace di trovare un equilibrio neppure tra i suoi stessi fondamenti – esemplare il conflitto tra potere politico e potere religioso scaturito dal Trattato di Madrid, di cui la soppressione delle Missioni locali è diretta conseguenza. In mezzo a tutto ciò si inserisce la vicenda personale di padre Gabriel e Rodrigo Mendoza, il primo un Gesuita dotato di grande fede in Dio, il secondo un ex mercenario e mercante di schiavi convertitosi dopo aver ucciso il fratello in duello. Spiritualità e redenzione che portano pochi uomini a disobbedire agli ordini imposti dalle istituzioni per difendere gli ideali in cui credono.
Una menzione speciale non può che andare alle musiche sublimi di Ennio Morricone che perfettamente si accompagnano alla maestosità degli scenari, rendendo quasi mistiche molte delle sequenze del film. Musiche un po’ troppo saccheggiate e decontestualizzate negli anni a venire.
Mission [The Mission, Gran Bretagna 1986] REGIA Roland Joffé.
CAST Robert De Niro, Jeremy Irons, Ray McAnally, Liam Neeson, Aidan Quinn.
SCENEGGIATURA Robert Bolt. FOTOGRAFIA Chris Menges. MUSICHE Ennio Morricone.
Drammatico, durata 125 minuti.