La giovane regina nella vecchia Europa
A The Girl King di Mika Kaurismaki va certamente riconosciuto il merito di riportare l’attenzione su una figura storica, Cristina I di Svezia, ricca d’interesse e di fascino. Scritto e girato come adattamento dell’opera teatrale di Michel Marc Bouchard, che ha curato la sceneggiatura, mette a fuoco gli anni del regno svedese di Cristina.
Non è però un racconto di formazione come se ne vedono troppi: il periodo che va dalla sua prematura eredità al regno, a soli sei anni, alla sua salita al trono raggiunti i diciott’anni, è raccontato in poche brevissime scene legate da dissolvenze in nero con una sintesi che della frettolosità ha solo l’apparenza. Vengono qui invece enucleati tutti i nodi critici di Cristina già evidenti in giovane età: la sua eversione dalle norme di corte, l’anticonformismo degli ideali, la sua religiosità così dubbiosa e razionalista e infine la profonda curiosità culturale per classici e moderni, filosofi e storici, poeti e scienziati, non lasciando nulla fuori dalla sua biblioteca, neppure l’occulto. In questo modo dopo soli dieci minuti abbiamo un personaggio fatto e pronto a sostenere il carattere del film, spigoloso, ambiguo, vivo ed intrigante. Con evidente citazionismo iconografico il direttore della fotografia Dufaux fa uso della migliore arte ritrattistica e paesaggistica del tempo per costruire le immagini, da Rembrandt a Vermeer, da Van Eyck a Velasquez, coi colori freddi degli esterni che improvvisamente diventano caldi negli interni, mostrando la scissione sempre più profonda tra pubblico e privato di una regina che voleva la pace e le idee al posto delle armi e allo stesso tempo voleva godere di una libertà insubordinata negli affetti, anche omosessuali, purché sinceri. Attorno a lei vagano figure che appaiono al suo cospetto notevolmente legate, retrograde, ossessionate da interessi e dogmatismo, tra costoro pretendenti re, funzionari guerrafondai, padri protestanti sazi di scandalo, aristocratici codini e ruffiani di corte. Molta attenzione è data al suo rapporto con una dama di corte, Ebba Sparre, e con Cartesio, volti differenti del suo saper amare la vita, ora fisicamente ora intellettualmente. Ma nessuno di questi legami è ben visto dall’ambiente reale svedese e l’ultima scena del film vede Cristina cavalcare, finalmente libera verso i più ampi orizzonti, alla ricerca di quella verità che richiede che tutto ciò che abbiamo appreso venga demolito dal dubbio. Dopo aver abdicato, rinunciando a ciò che era per essere ciò che voleva, troverà forse la sua pienezza solo a Roma dove fondando l’Accademia Reale fu la regina della conoscenza, della bellezza e della ragione.
The Girl King [id., Finlandia/Canada 2015] REGIA Mika Kaurismäki.
CAST Malin Buska, Sarah Gadon, Michael Nyqvist, Patrick Bauchau.
SCENEGGIATURA Michel Marc Bouchard (tratta dalla sua omonima piecè teatrale). FOTOGRAFIA Guy Dufaux. MUSICHE Anssi Tikanmäki.
Storico, durata 105 minuti.