Indecisi tra orrore psicologico e slasher
Una villa in campagna piena di lunghi corridoi vuoti, una bambola malefica, una babysitter sola e alle prese con una serie di avvenimenti inspiegabili: gli ingredienti di The Boy sono quelli classici del genere horror, ma è la capacità di amalgamarli quello che conta.
Greta (Lauren Cohan) ride quando i coniugi Heelshire le illustrano il suo nuovo lavoro, ma loro rimangono in silenzio e la riportano alla serietà. La ragazza dovrà accudire Brahms, una bambola a grandezza d’uomo che scopriremo essere il simulacro del defunto figlio degli Heelshire. Greta ha un disperato bisogno di soldi quindi accetta il lavoro, nonostante la bizzarria della situazione. Brahms è un “bambino” molto esigente infatti c’è un’intera lista di compiti da svolgere per prendersi cura di lui. Prima di partire per un viaggio di piacere, gli Heelshire si raccomandano che Greta rispetti la lista e tratti loro figlio con le dovute cure. Nonostante ciò, la ragazza ignorerà alcuni dei precetti e comincerà notare delle piccole stranezze come oggetti che si spostano e rumori inspiegabili. La domanda sorge spontanea: le manifestazioni hanno una natura sovrannaturale o si tratta di qualche scherzo di cattivo gusto? Greta sceglie (con straordinaria risolutezza, in uno dei momenti più deboli del film) che la bambola è senziente e quindi bisogna cominciare a prendere sul serio le sue richieste. Allo spettatore, però, qualcosa non torna e la domanda continuerà ad aleggiare nella sua mente donando al film un lato psicologico molto riuscito. Il tutto, è superfluo dirlo trattandosi di un film made in USA, sarà portato alle estreme conseguenze con un colpo di scena e una parte più “action” che dividerà certamente il pubblico tra chi non aspettava altro e chi, invece, preferiva la tensione snervante e il mistero. A prescindere dai nostri gusti personali, The Boy sembra indeciso tra due filoni opposti del cinema orrorifico: quello psicologico e lo slasher. Il pubblico sarà ulteriormente diviso tra chi pretende una spiegazione razionale e chi, invece, ama il sovrannaturale che non si spiega; non diciamo quale delle due parti sarà accontentata, ma di certo The Boy è un film che non vuole piacere a tutti. Peccato per qualche vuoto nell’intreccio e per il solito, imprescindibile, colpo di scena epocale che dà qualche risposta ma solleva molte più domande.
The Boy [id., USA/Cina/Canada 2016] REGIA William Brent Bell.
CAST Lauren Cohan, Rupert Evans, James Russell, Jim Norton, Diana Hardcastle.
SCENEGGIATURA Stacey Menear. FOTOGRAFIA Daniel Pearl. MUSICHE Bear McCreary.
Horror, durata 97 minuti.