Impressioni di settembre
Già vincitore del premio del pubblico al festival di Annecy, Long Way North di Remi Chaye è stato presentato al Future Film Festival, confermando il buon livello della diciottesima edizione della manifestazione bolognese.
Il film è il racconto di formazione e di presa di consapevolezza di una giovane donna, mascherato da romanzo d’avventura ambientato nei ghiacci del Polo Nord. Sasha è un’adolescente di un’importante famiglia di San Pietroburgo del XIX secolo, cresciuta nel mito del nonno esploratore, dal quale ha ereditato la tenacia, l’orgoglio, il senso dell’avventura e un certo idealismo. Il nonno è scomparso durante la sua ultima spedizione tra i ghiacci del polo e Sasha, contrariamente a tutti, è convinta che la nave con cui è salpato per l’ultimo viaggio sia ancora integra e recuperabile. Decide allora di prendere in mano la situazione e partire, affrontando il gelo e le condizioni proibitive dell’Artico oltre che il gruppo di ruspanti marinai con i quali compie il viaggio. Chaye e gli sceneggiatori, per raccontare questa storia di formazione e di orgoglio femminile, molto hanno guardato all’Ottocento, in parte al romanzo tipico di quel secolo – non solo per l’ovvia ambientazione −, ma soprattutto alla pittura: più di una sequenza ricorda infatti l’Impressionismo, per la compresenza di elementi ben delineati e altri più vaghi, per le sfumature del tratto e soprattutto per i giochi di colori e luci nella rappresentazione di ambienti e panorami. Il raffinato comparto grafico è il vero elemento di forza del film, anche (soprattutto) per l’evidente ruolo significante che ricopre, per come sottolinea i vari stati d’animo della protagonista, i saliscendi della tensione e dell’avventura, e per come sostiene i momenti più poetici e drammatici, impedendo anche di cadere nel sentimentalismo. Significative sono, per esempio, i giochi tra luce e ombra nelle fasi di maggiore difficoltà vissute dalla ciurma, o la sequenza in cui la giovane eroina compie, ritrovando il dono del nonno, il suo percorso, dove fondamentali sono i tratteggi con cui viene resa la presenza del “gelo”. Il comparto visivo è quindi il vero grande punto di forza di un racconto, ad ogni modo, robusto ed efficace, essenziale nel raccontare la storia senza lungaggini. La tensione avventurosa non manca e sia i momenti melodrammatici che gli inserti umoristici sono ben dosati, senza eccessi. Ne esce così un efficace ritratto di giovane donna: una piccola grande eroina.
Long Way North [Tout en haut du monde, Francia 2015] REGIA Remi Chaye.
CAST (VOCI ORIGINALI) Christa Theret, Féodor Atkine, Rémi Calleibot, Thomas Sagols.
SCENEGGIATURA Fabrice De Costil, Claire Paoletti, Patricia Valeix. MUSICHE Jonathan Morali.
Animazione, durata 75 minuti.