Perché campar cent’anni?
L’incontrollabile bisogno di sapere è insito nella natura umana fin dalla notte dei tempi. Per innata spinta e per giustizia etica, innumerevoli mezzi si prodigano al servizio della comunità dando informazioni. Così, molto presto, l’informazione si tramuta in curiosità: non quella scientifica, bensì quella morbosa, quella che porta a conoscere i dettagli completi e contorti di ogni fatto, quella che ci permette di inorridire di fronte alle depravazioni altrui (magari distraendoci dalle nostre personali).
L’informazione televisiva prende infatti spesso delle pieghe strane, che trasformano un servizio di approfondimento in un cabaret di gossip. “Chi si fa i fatti suoi campa cent’anni”, recita un vecchio proverbio, ma come ci si può sottrarre di fronte alla moltitudine variegata di programmi televisivi dedicata proprio alla diffusione di dettagli scabrosi e immorali delle manifestazioni della violenza umana? Dalla carta stampata alla tv, negli ultimi anni si sono moltiplicati i format incentrati su questo tipo di “informazione”: alcuni sono nati ex novo, come Quarto grado o tutta la serie di programmi dedicati a infedeltà coniugali e omicidi passionali, mentre altre versioni di questa tendenza prendono vita all’interno di titoli già ben affermati, come alcuni casi presentati a Chi l’ha visto? o le puntate speciali di Porta a porta. Il raccontare la violenza in ogni suo dettaglio perverso si nasconde dietro la giustificazione di un’informazione corretta e completa, dando così la possibilità al “popolino” di mettersi nella posizione di giudice. Posizione, per altro, finta fin dai presupposti: a nessuno spettatore infatti è lasciata reale libertà di giudizio, visto il totale orientamento degli scenari presentati verso la condanna di una o dell’altra controparte del caso quotidiano. Al di là della presunta moralità di questi programmi, la struttura che pressoché tutti ripetono è costituita dalla descrizione minuziosa dei fatti accaduti, efferati omicidi o infedeltà coniugali che siano, seguita da una nutrita discussione che a partire dai dati raccontati sviluppa e argomenta una folta schiera di luoghi comuni e credenze popolari. Di tutte queste modalità narrative gli ultimi anni offrono un panorama completo, basti pensare allo sciacallaggio mediatico che dalla morte di Meredith Kercher ha condotto al “ditino birichino” citato da Franca Leosini a Storie maledette, passando per l’orrore della sparizione di Yara Gambirasio e lo sfruttamento intensivo e pruriginoso messo in atto da Alta infedeltà in poi. Per quanto varia l’offerta di “intrattenimento d’approfondimento” possa essere, essa si basa comunque su una spinta primordiale dell’uomo che, posto di fronte a immagini che dovrebbero inorridirlo, viene invece attratto a soddisfare la famelica curiosità. Perché osservare un riguardo morale rispettando il dolore altrui (e magari vivere un secolo) se si può avere una subitanea e completa soddisfazione libidinosa?
Quarto grado [Italia 2010 – in corso] IDEATORE Siria Magri.
PRESENTATORE Gianluigi Nuzzi. PRODUTTORE Videonews. RETE Rete 4.
Inchiesta giudiziaria, durata 180 minuti (puntata).
Porta a porta [Italia 1996 – in corso] IDEATORE Bruno Vespa.
PRESENTATORE Bruno Vespa. PRODUTTORE Rai. RETE Rai 1.
Attualità, durata 110 minuti (puntata).
Storie maledette [Italia 1994 – in corso] IDEATORE Franca Leosini.
PRESENTATRICE Franca Leosini. PRODUTTORE Rai. RETE Rai 3.
Cronaca nera, durata 58 minuti (puntata).
Alta infedeltà [Italia 2015 – in corso]
VOCE NARRANTE Perla Liberatori. PRODOTTO DA Stand by Me. RETE Real Time.
Scripted reality, durata 23 minuti (puntata).