Una storia vera mal raccontata
Nel 2002, in una sofferente Pittsburgh il medico di origine nigeriana Bennet Omalu si trova a dover analizzare il corpo di Mike Webster, un mito del football che a neanche cinquant’anni viene stroncato da un attacco di cuore dopo aver passato gli ultimi anni come un barbone schizofrenico. Ma ciò che all’apparenza sembra normale e trasparente all’occhio attento di un medico plurilaureato, che vive di logica e scienza, diventa qualcosa di impossibile: perché un uomo dedito allo sport e in piena forma tutto ad un tratto impazzisce?
Una semplice domanda che trascende in una ricerca spasmodica della verità, una lotta contro una delle lobby più potenti d’America, la NFL (National Football League), capace di costruire uno stadio enorme in una città dove le fabbriche chiudono una dietro l’altra e il tasso di disoccupazione sale vertiginosamente. Una ricerca che spinge Omalu ad analizzare a sue spese il cervello apparentemente perfetto di “Iron” Mike arrivando a trovare una nuova patologia riconducibile ai numerosissimi colpi in testa subiti durante la carriera da giocatore di football. Zona d’ombra di Landesman si basa su una storia vera, che la rivista GQ ha portato alla luce nel settembre 2009, una storia di giustizia e lotta che dovrebbe reggersi da sola. Invece l’unica cosa che si regge da sola è l’interpretazione di Will Smith, capace di reinventarsi in ogni ruolo ma che comunque da solo non riesce a portare vigore al film, che tende ad essere prevedibile, quasi noioso. Anche le scelte registiche non aiutano, dagli innumerevoli primi piani alla macchina da presa che velocemente si sposta dietro a una porta a vetri per continuare a riprendere gli stessi personaggi, cercando di dare un tono stilistico a un film che pecca in molti aspetti. Il nostro dottor Omalu è un uomo molto religioso, si affida alla scienza e allo stesso tempo segue le regole di Dio, un dualismo molto particolare e interessante che affrontato nel modo giusto avrebbe potuto portare ad altri spunti di riflessione. Una caratteristica che in Zona d’ombra risulta al contrario controproducente: sembra quasi che ogni volta che non si sa come uscire da un momento di stallo si parli della volontà del Signore in modo pretestuoso. Tutto scorre lento, asettico e privo di emozioni, non c’è un momento di sorpresa o di immedesimazione, per una storia scottante raffreddata fin dall’inizio.
Zona d’ombra – Una scomoda verità [Concussion, USA 2015] REGIA Peter Landesman.
CAST Will Smith, Alec Baldwin, Gugu Mbatha-Raw, Arliss Howard, Paul Raiser.
SCENEGGIATURA Peter Landesman (tratta dall’articolo Game Brain di Jeanne Marie Laskas). FOTOGRAFIA Salvatore Tatino. MUSICHE James Newton Howard.
Drammatico, durata 123 minuti.