“Un bel sogno, del quale rimangono purtroppo poche e dimenticate macerie”
C’erano una volta, a Tirrenia, gli studi cinematografici Pisorno, nome che univa idealmente le città di Pisa e Livorno. Si trattava di uno stabilimento modernissimo – voluto nel 1934 dal drammaturgo Giovacchino Forzano e disegnato dall’architetto Antonio Valente –, tecnicamente pronto ad accogliere la più grande novità del momento: la produzione di film sonori.
Sono in molti a non saperlo, ma è proprio in questa località sul mare che fu scritto un capitolo fondamentale del cinema italiano, ora riportato alla luce dalla mostra in programma a Palazzo Blu di Pisa fino al 3 luglio 2016. Tirrenia città del cinema. Pisorno-Cosmopolitan 1934-1969 è un’esposizione che racconta, da una prospettiva inedita, un viaggio coinvolgente e affascinante in cui le vicende del nostro cinema si intrecciano, in un costante dialogo, con quelle della società italiana di quei trentacinque anni.
Il primo film girato a Pisorno uscì nel 1935, si intitolava Campo di maggio ed era stato diretto dallo stesso Forzano. Negli anni successivi i set, le strade e le spiagge di Tirrenia si popolarono di molti rappresentanti dello star system di allora: da Doris Duranti a Gino Cervi, dai fratelli De Filippo a una giovane Virna Lisi, da Amedeo Nazzari ad Alida Valli. Il sogno di espandersi fino a creare una vera “Hollywood sul Tirreno” si infranse però davanti alle difficoltà finanziarie e alla concorrenza di Cinecittà, fondata nel 1937.
Negli anni della guerra gli studi furono requisiti prima dai tedeschi e poi dagli alleati come magazzini militari. Quando la produzione riprese si puntò sui film musicali interpretati da idoli della canzone come Claudio Villa e Luciano Tajoli, che celebravano una nuova voglia di rinascita e leggerezza. Negli anni ‘60 l’avvento del produttore Carlo Ponti, che rilevò gli stabilimenti ribattezzandoli Cosmopolitan, rinnovò le speranze di rilancio. Arrivarono a Tirrenia Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Mario Monicelli, Vittorio De Sica, Ugo Tognazzi, Marco Ferreri e persino Fred Astaire. Si girarono western all’italiana, poliziotteschi e film erotici. Fu questo un breve momento prima della successiva crisi e della chiusura. L’assoluto naturale di Mauro Bolognini (1969) è l’ultima pellicola che uscì dagli studi di produzione Pisorno ancora in piena attività. Da lì in poi la struttura andò lentamente in rovina.
Tirrenia città del cinema. Pisorno-Cosmopolitan 1934-1969, curata da Giulia Carluccio in collaborazione con Il Museo Nazionale del Cinema di Torino, offre una riflessione sulle trasformazioni del cinema italiano di genere, gettando uno sguardo unico sulle politiche del fascismo prima, sulle tragiche conseguenze della guerra poi e, infine, sulla rivoluzione di costume che segnò gli anni ‘60. Una mostra che si propone anche di scoprire i mestieri della settima arte, il “dietro le quinte” dei tecnici e degli artigiani che danno corpo, ancora oggi, alle fantasie dello schermo.