Le voci dell’inchiesta – IX edizione, 13 – 17 aprile 2016, Cinemazero, Pordenone
Il cammino verso la verità
L’ossessione può essere una cattiva consigliera, ma se porta a galla una realtà diventa necessaria e sana: il regista Vladi Antonevicz con Credit for Murder dimostra che per raggiungere la verità bisogna essere travolti dall’ostinazione della sua ricerca.
Ex soldato israeliano, Antonevicz ha realizzato Credit for Murder dopo aver visto su Youtube il video virale Decapitazione di un daghestano e di un tagiko ad opera di un gruppo neonazista russo, e dopo aver saputo che un giovane riconobbe tra le due vittime il proprio fratello scomparso. Il governo russo cercò di insabbiare il tutto definendo il video come un falso, confermando la fondatezza delle denunce degli attivisti per i diritti umani sulla corruzione delle forze dell’ordine. L’ossessione che spinse il regista è, ancora oggi, quella di riuscire a screditare le teorie negazioniste. Credit for Murder è costruito come un thriller, e mostra uno schema ben preciso corredato da grafici scioccanti sull’aumento dei delitti “politici” e xenofobi attuati in Russia. Antonevicz ha partecipato da infiltrato, per sei anni, ai raduni neonazisti, rischiando di essere scoperto. Le atrocità sono spesso documentate dai video postati su Youtube, e questo non fa che alimentare il dibattito sulla potenza e la corruttibilità delle immagini nella nostra era sempre più digitalizzata. A conferma di ciò, il film si apre sulle reazioni di alcuni giovani alla visione del video, e se alcuni ne mettono in dubbio la veridicità altri ne ripugnano la crudeltà senza però riuscire a chiudere gli occhi. Come spesso accade, alla base c’è il vile denaro, artefice dell’aggregazione delle persone, in questo caso con finalità politiche/razziali. In alcuni passaggi quello che più fa rabbrividire non sono tanto le immagini crude proposte, ma ciò che è sempre alla base del fanatismo della massa: manipolazione delle menti e del mondo reale in favore di un credo da seguire, una pratica utilizzata sia in campo politico che religioso. E così l’uomo è ancora vittima della propria scarsa attenzione e poca voglia di approfondire. È facile non dover pensare troppo con la propria testa e farsi trasportare dal gruppo, la Storia ci ha dimostrato che ciò non porta a niente di buono. Bisogna avere il coraggio di seguire le proprie ossessioni anche, soprattutto, se questo porta a delle conseguenze. Vladi Antonevicz lo sa e dopo Credit for Murder la sua presenza in Russia è stata caldamente rifiutata. Una partita è stata vinta, ne rimangono ancora tante per vincere il campionato…
Credit for Murder [id., Israele/Russia 2015] REGIA Vladi Antonevicz.
SCENEGGIATURA Vladi Antonevicz. FOTOGRAFIA John Cherny.
Documentario, durata 85 minuti.