Il mondo in una stanza
Rappresentanti di umanità varia restano chiuse tra le quattro mura di un salone estetico, dove trovano rifugio dalla guerriglia dei combattenti all’esterno. Ma non solo: un leone si aggira per strada, una cliente sfugge alle violenze del marito, un’altra si appresta a sposarsi e un’altra ancora cerca di difendersi da se stessa. Queste e altre storie si intrecciano in una stanza claustrofobica, tanto amena e cordiale quando aperta e illuminata, tanto opprimente quando asserragliata e in penombra.
Dégradé, esordio nel lungometraggio dei due Nasser, mette in scena un vero e proprio dialogo tra generazioni, donne, estrazioni diverse, che sa andare al di là delle mere constatazioni storiche e politiche contingenti. Che la striscia di Gaza sia un territorio a dir poco problematico è infatti cosa ben nota, ma la sfondo storico, pur muovendo il debole motore narrativo, non entra mai realmente in scena. La sceneggiatura lascia ampio campo alle relazioni tra le donne protagoniste, rappresentate al netto di stereotipi e retoriche sociali. Ogni persona/personaggio si delinea e prende forma col passare del tempo, mostrando a turno le proprie ragioni e, soprattutto, i propri errori, guidando il percorso diegetico attraverso la vita di ognuna di loro. I due registi giocano con concetti semplici, ricorrendo a immagini immediate come il leone liberato che si aggira per le strade del paese: quel leone trova il suo senso nell’identificazione con i combattenti in agguato, con i mariti oppressivi, con i pregiudizi internazionali, ma anche e soprattutto con le donne che, chiuse in quella scatola di cemento, vorrebbero solo uscire da quella gabbia per continuare a muoversi nelle loro vite. La forza dei singoli volti emerge dai chiaroscuri di una stanza al buio, eccellendo nell’arte della narrazione, quasi fiabesca, che nelle terre mediorientali trova i suoi massimi esponenti. Ed è sorprendente che a colpire siano storie qualunque, vite di donne con i loro problemi (forse in alcuni casi “estremi”) sempre e comunque ricondotte, in tutti i casi presentati, a uno scontro interiore che non ha bandiera né colore. Lo scontro tra culture viene felicemente sostituito con quelle tra singole personalità, tra percorsi individuali che cercano, e forse ottengono, un combattimento ad armi pari, che non contrappone preconcetti diversi, quanto piuttosto esperienze diverse, in cui il bene e il male si mescolano diventando di fatto inscindibili. Presentato alla Semaine de la critique di Cannes 2015, Dégradé arriva, accompagnato dai registi e da parte del cast, ad aprire la nuova edizione del Middle East Now, che prende avvio quindi con un vero e proprio “confronto di formazione”.
Dégradé [id., Palestina/Francia/Qatar 2015] REGIA Tarzan & Arab Nasser.
CAST Hiam Abbas, Maisa Abd Elhadi, Manal Awad, Victoria Baalitska, Mirna Sakhla.
SCENEGGIATURA Tarzan & Arab Nasser. FOTOGRAFIA Eric Devin. MUSICHE Benjamin Grospiron.
Drammatico, durata 85 minuti.