SPECIALE SUPERMAN
“Faster than a speeding bullet”
Nel 1941 la Paramount decide che è ora di sfruttare la fama di Superman, il personaggio dei fumetti di Jerry Siegel e Joe Shuster, nato appena tre anni prima, con una serie di cortometraggi animati. La produzione è affidata ai Fleischer Studios (che poi diventeranno Famous Studios), lo studio responsabile di Braccio di ferro e Betty Boop, e sfrutterà la potenza del technicolor.
Superman è l’uomo d’acciaio nella sua incarnazione più classica e spensierata: non vola ma “salta” (anche se, in alcuni momenti, giureremmo che stia volando), non ha allergie ai minerali extraterrestri e la sua nemesi umana, Lex Luthor, non esiste ancora. Gli enigmi morali della silver age sono ben lontani da questa serie che ci propone un americanissimo e invincibile wonder boy, sempre indaffarato a trarre fuori dagli impasse la bella e svampita Lois Lane, che riuscirà anche questa volta a farsi salvare e scrivere il suo articolo di cronaca su Superman. Tra scienziati pazzi (prototipo di Lex Luthor) che comandano raggi della morte ed eserciti di robot, mostri scongelati dal sonno criogenico e catastrofi naturali (terremoti ed eruzioni), Superman combatte tutto il bestiario di nemici da giornalino pulp, e lo fa in un ambiente splendidamente animato e colorato. Manca del tutto la suspense, giacché Superman punisce i suoi nemici con la facilità di Bud Spencer e la kryptonite non sarà introdotta per un altro po’ di anni. “This looks like a job for Superman” è la frase recitata (ad alta voce, anche quando qualcuno potrebbe sentirlo) da Clark Kent prima di cambiarsi in una cabina telefonica/sgabuzzino/altro e “saltare” verso la minaccia di turno. È una formula nota e facilmente parodiabile ma tanto basta a tenere in piedi dei corti di dieci minuti la cui struttura narrativa si ripete a ogni episodio con compiaciuta precisione, reiterando una manichea idea di bene contro il male, resa appetibile grazie a una buona dose di mazzate. Con Superman siamo nel regime del puro “piacere della ripetizione”, forma di appagamento dalla quale il pubblico odierno rifugge e che accetta solamente quando ben nascosta sotto una forte dose di sofisticazione narrativa. Per questo motivo, Superman fa sorridere le audience contemporanee, eppure ci rendiamo conto che è questa la sua natura più intima: possiamo riempire le storie di Superman di violenza post-moderna o condirle di riflessioni morali non banali, ma egli rimarrà sempre un uomo in calzamaglia figlio del suo tempo, che porta le mutande sopra i calzoni.
Superman [id., USA 1941-1943] IDEATORI Seymour Kneitel, Izzy Sparber.
CAST (DOPPIATORI ORIGINALI) Joan Alexander, Jackson Beck, Bud Collyder.
Animazione/Fantascienza/Avventura, durata 10 minuti (episodio), 17 episodi.