Quando il cinema british incontra i talent show
One Chance – L’opera della mia vita è la dimostrazione della maestria raffinata degli inglesi in materia cinematografica. Che si tratti di portare alla ribalta internazionale con delle peculiari ed esaltanti rivisitazioni di celluloide i miti della letteratura nostrana o intessere con sagace ironia una commedia frivola poco importa: sia in tv che al cinema i sudditi della Regina Elisabetta difficilmente deludono le aspettative del pubblico.
Che ciò sia causa o effetto del cospicuo e costante investimento degli incassi della National Lottery importa fino a un certo punto: quel che conta è la mirabile iniziativa di impiegare i proventi di discutibili – ma redditizie per le finanze statali – attività ludiche di una parte della popolazione inglese per favorire la crescita culturale collettiva della nazione (e molti altri Paesi, noi per primi, dovremmo imparare la lezione). Di produzione anglosassone – ma va ricordato che la regia porta la firma dell’americano David Frankel, autore dell’acclamato Il diavolo veste Prada, così come il singolo incluso nella colonna sonora che si è aggiudicato una nomination ai Golden Globe è interpretato dalla stellina della country music statunitense Taylor Swift – il biopic liberamente ispirato alla roboante carriera musicale del vincitore della prima edizione del fortunato format Britain’s Got Talent certamente non è un film meritevole di decine e decine di nomination agli Oscar, piuttosto un’arguta ma leggera commedia che fa egregiamente il suo dovere. Sapendo già che il plot avrà un lieto fine, fin dall’inizio la voce fuoricampo del protagonista insiste nello snocciolare molte informazioni a mo’ di spoiler deliberato che, anziché inficiare la visione del film, ci consente di metterci comodi e gustarci la storia di questo simpatico aspirante cantante lirico che dipinge la sua vita come un susseguirsi di eclatanti successi e melodrammatici flop che assomigliano alle arie delle sue amatissime opere. Facendo tesoro dei fenomeni di massa cinematografici che si sono imposti a livello internazionale, qui rivediamo qualcosa di Billy Elliot (ma cresciutello) e le freddure in british style che tanto ci hanno divertito ne Il diario di Bridget Jones, condite dalle tante riuscite caratterizzazioni dei personaggi che attorniano Paul come il simpatico ma svampito compare o il papà finto burbero (l’ottimo Colm Meaney di The Commitments). Innamorato da sempre della lirica, il piccolo Paul Potts cresce in un’opaca cittadina mineraria del Galles. Deriso per la sua fisicità e la tenace insistenza con cui persevera nel cantare le arie operistiche, riesce a coronare il sogno di cantare davanti a Pavarotti, il suo mito assoluto. Ma proprio allora la già ripida strada per la fama inizia a farsi ancora più ardua.
One Chance – L’opera della mia vita [One Chance, Gran Bretagna 2013] REGIA David Frankel.
CAST James Corden, Julie Walters, Colm Meaney, Alexandra Roach.
SCENEGGIATURA Justin Zacham. FOTOGRAFIA Florian Ballhaus. MUSICHE Theodore Shapiro.
Commedia/Musicale, durata 103 minuti.
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