L’orrore trattenuto della dittatura
Partendo da un evento storico ben noto in Portogallo, la visita di Papa Paolo VI avvenuta nel 1967, gli autori de Il ballo Nuno Duarte e Joana Alfonso leggono l’evento dal punto di vista dei portoghesi di provincia. In vista di un appuntamento che esporrà il Portogallo agli occhi del mondo, il regime dittatoriale di Salazar ci tiene a mostrare il meglio e a tenere nascosti tutti i contrasti e le contraddizioni del Paese.
A questo scopo, il protagonista, l’ispettore Rui Bras, viene inviato nel distretto di Cova da Ira a indagare su strani eventi che sulla bocca della gente cominciano ad assumere toni soprannaturali. Suo collaboratore è il sacerdote locale Padre Ben che cerca a suo modo di contrastare e sminuire il fenomeno. Usando uno dei topos più comuni del fumetto mistery e horror, le notti di luna piena, Duarte e Afonso richiamano dagli abissi marittimi gocciolanti morti redivivi che reclamano la vita dei cittadini di Cova de Ira. Il terrore misto a pregiudizio trova in una strega che vive ai margini della zona abitata il suo facile capro espiatorio. Il ballo del titolo è quello che i personaggi compiono andando a ritmo con la Storia e con i ruoli che rivestono, ma i passi necessari a trovare una soluzione razionale all’irrazionale invasione vanno oltre lo schema, la figura, ognuno si rivela ambiguo e bifronte: la strega è un innocente residuo di popolo che in sé porta la veggenza e la saggezza di un mondo tradizionale sconvolto dalla dittatura, l’ispettore Bras è una figura cinica e sfuggente che non si arrende alle apparenze di ordine e normalità volute dal regime, e Padre Ben si rivela l’opposto di quel che dovrebbe essere, officiando riti egoistici con trasfusioni forzate. Il fratello di Padre Ben, morto da tempo e appeso a testa in giù come in una crocifissione capovolta, è il destinatario delle macabre raccolte di sangue del Padre che non si arrende alla morte, al tempo che passa, alla decomposizione della memoria, all’evanescenza del passato cui l’ammodernamento forzato dell’Estado Novo costringeva. Ponendo tale sostrato storico a fondamenta del graphic novel gli autori hanno dato sostanza e profondità ad una trama altrimenti un po’ povera e convenzionale. L’orrorifico tenuto sottotraccia viene invece così nobilitato e reso efficace metafora di un discorso che va oltre l’intrattenimento grafico. Si soffre l’eccessiva limitatezza di tavole per un’idea che avrebbe meritato più respiro e continuità e meno frammentarietà. Sicuramente meglio i disegni della Afonso, preziosi nelle variazioni dei toni rosso-seppia e nei tratti sicuri e suggestivi che esplodono quando dal singolo frame si passa alla pagina intera, donando al contempo drammaticità e fascino.
Il ballo [O Baile, Portogallo 2013] TESTO Nuno Duarte. DISEGNI Joana Afonso.
EDITORE Tunué, 64 pp., 12,90 euro.