Le difficoltà di crescere
Come ho avuto modo di accennare nel mio articolo su Little Sister, è da tempo che dal cinema asiatico arrivano opere che affrontano con toni delicati e una narrazione tendenzialmente minimale temi intimisti e personali, spesso incentrati sulla famiglia e sui rapporti umani. Un filone che per quantità di opere realizzate sembra quasi costituire una sorta di sottogenere cinematografico tipicamente orientale.
Appartiene a tale tendenza anche Usagi Drop, film nipponico del 2011 sulla paternità adottiva. Tratta dal manga omonimo di Yumi Unita, la pellicola vede come protagonista Daikichi, un impiegato giovane e single. Quando l’uomo si recherà al funerale del nonno scoprirà che questo viveva con la figlia illegittima di sei anni, che ora nessun membro della famiglia intende adottare. Di fronte a tale situazione, Daikichi decide di prendersi carico della bambina, con la quale inizierà una vita intensa e completamente inedita. L’opera in questione racconta l’intera vicenda dal punto di vista del padre adottivo concentrandosi dunque sui vari aspetti della genitorialità: la difficoltà nel coniugare impegni lavorativi a doveri familiari, l’imbarazzo nel rispondere a domande complesse ed “esistenziali”, l’occasionale senso d’inadeguatezza, l’affetto crescente e i momenti più teneri e giocosi. Il tutto portato avanti in modo semplice tramite una narrazione classica e lineare che unisce momenti ironici a episodi drammaticamente intensi, scene minimali sulla quotidianità a sequenze più gravi e ad “effetto” (la fuga dei bambini). Il risultato è indubbiamente lieve e delicato, a tratti persino commovente e profondo, e sostanzialmente in linea con il filone “intimista” orientale prima accennato, ma del quale il titolo in questione non è certo il lavoro più significativo. Ciò non solo perché – come succede anche ad altri film della stessa tendenza – Usagi Drop risulta talvolta un po’ sdolcinato e lacrimevole (soprattutto nell’ultima parte), ma anche a causa di sequenze un po’ prevedibili e, soprattutto, di momenti “onirici” poco necessari e decisamente divergenti dal resto dell’opera, che rischia così di diventare leggermente disomogenea. Tutti difetti che impediscono al lavoro di raggiungere la compattezza e la profondità di Father and Son e del cinese A Simple Life, ma che al tempo stesso non incidono in modo decisivo sulla sua qualità complessiva, comunque di buon livello, soprattutto per un film probabilmente più impegnato ad adattare un manga di successo che a seguire strade particolarmente autoriali e personali.
Usagi Drop – Il film [Eiga Usagi Doroppu, Giappone 2011] REGIA Sabu.
CAST Kenichi Matsuyama, Mana Ashida, Mirei Kiritani, Mayu Kitaki, Ruiki Sato.
SCENEGGIATURA Sabu, Tamio Hayashi. FOTOGRAFIA Hiroo Yanagida. MUSICHE Takashi Mori.
Commedia/Drammatico, durata 114 minuti.