In principio fu Videomusic. Poi divenne MTV, che si tramutò in MTV8 e che ora… è Sky. MTV Italia non esiste più: una notizia che non fa notizia, considerata la rapidità con cui oggi le reti nascono e spariscono nel disinteresse generale.
La Music Television propriamente detta si era già invero progressivamente spenta a partire dal 2009, annus horribilis in cui aveva preso il via un processo di omologazione culminato nella resa incondizionata, con produzioni americane non musicali (Jersey Shore), docu-reality (Ginnaste – Vite parallele) e serie tv (Buffy l’ammazzavampiri, Modern Family). Ad un certo punto, sull’ultima fantasmatica MTV erano comparsi persino i film: pochi titoli riproposti di continuo, a tutte le ore. L’animo dei più nostalgici era stato però recentemente scosso dai primi vagiti di MTV8, rebrand che pareva promettere una fusione fra respiro musicale e sottotrama generalista. Una pia illusione, durata qualche mese: dal 18 febbraio il network è diventato TV8, semplicemente una succursale di Sky Italia come lo è già Cielo.
E allora ci arrendiamo: si è chiusa un’epoca. A metà degli anni ’90, con YouTube lontano anni luce (la piattaforma è stata fondata nel 2005, a pensarci ora sembra impossibile) e con i pesanti cellulari Motorola che avevano ben poco di smart – ma anche pochissimo di phone –, la possibilità di sintonizzarsi su un’emittente che parlava tutto il giorno di musica con un linguaggio indipendente e slegato dalle dinamiche Rai-Mediaset era un privilegio raro, prezioso, che risulta persino arduo spiegare a parole.
Abbandonarsi a Select e Total Request Live, a Kitchen (con il volto straniante di Andrea Pezzi) e Loveline, a Brand:New e Sushi, giù fino a Beavis and Butt-head e Celebrity Deathmatch – ma potremmo continuare all’infinito – aveva il sapore della rivoluzione, della catarsi. Di più: dell’identificazione. Immedesimarsi in un canale televisivo sembra un’enormità, un’esagerazione, ma chi ha vissuto quella golden age sa bene di cosa stiamo parlando.
In questo breve e malinconico epitaffio ci piace ricordare MTV Italia con uno dei suoi imprescindibili loghi, quello dell’astronauta che pianta la bandiera su un pianeta sconosciuto. Ecco: per dieci intensi anni (indicativamente dal 1997 al 2007) premere il tasto 8 del telecomando ha significato sperimentare le stranezze, le originalità e le anomalie di una galassia aliena, oltre i confini del mondo, un multiverso che non c’era e che pensavamo non potesse esistere. E che non possiamo fare a meno di mettere a confronto con il digitale terrestre, che avrebbe dovuto ampliare a dismisura le scelte dello spettatore. Scelte che invece sono state – come dimostra il nuovo “formattato” palinsesto di TV8 – miseramente ristrette.
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