SPECIALE VIVERE E MORIRE A ROMA
Senza via d’uscita
Una delle peculiarità più riconosciute e importanti del cinema di Ettore Scola – e in generale della commedia all’italiana – è la capacità di raccontare in modo ironico e amaro il nostro Paese nei suoi vizi e nelle sue contraddizioni. Caratteristica presente anche in uno dei suoi lavori più celebri: Brutti, sporchi e cattivi, ambientato in una baraccopoli romana in cui abita una famiglia capitanata da un padre tirannico che teme di essere derubato dai parenti, ai quali non intende donare neanche una lira.
L’autore sceglie tonalità grottesche ed eccessive per immergersi nel più profondo sottoproletariato, descrivendolo senza abbellire nulla, ma sottolineandone invece tutte le miserie etiche ed economiche. Il risultato è contemporaneamente ironico e desolante, composto da molte gag fisiche e da performance sopra le righe (in primis, lo straordinario Nino Manfredi) che rendono l’opera vivace e divertente, ma anche da una struttura narrativa circolare e da diverse immagini che non lasciano spazio ad alcuna speranza, evidenziando così il lato più pessimista della pellicola. Da tutto ciò emergono personaggi non solo abbietti e mossi esclusivamente da istinti carnali o necessità economiche, ma anche inghiottiti da un ambiente “autosufficiente” e degradato dal quale non riescono a uscire, se non occasionalmente e di sfuggita, in quella che è un’esistenza che non offre alcuna prospettiva di cambiamento positivo. Una condizione visivamente ben rappresentata da particolari aspetti scenografici, come il recinto in cui giocano i bambini (simbolo della gabbia socioeconomica nella quale sono rinchiusi i protagonisti) e il bel panorama di Roma e del Vaticano che si scorge dalla baraccopoli, che si fa metafora della distanza tra il centro e l’estrema periferia. Il cuore della capitale (intenso anche come possibilità di miglioramento delle proprie esistenze) è visto dai personaggi dall’alto e da lontano, spettacolo tanto affascinante quanto privo di concretezza. Questo perché la città raffigurata ignora le sue parti più disagiate collocandole ai margini e negando loro ogni prospettiva di un futuro decente. I protagonisti del film fanno sì parte della società, ma sono esclusi da essa, in quella che è una situazione ben sottolineata dal panorama, presente come un miraggio spettacolare ma, di fatto, irraggiungibile. Tutto ciò in un’opera molto più raffinata di quanto appare, composta da un umorismo a tratti grasso e carnevalesco, capace però di generare un riso sottile e intriso di amarezza.
Brutti, sporchi e cattivi [Italia 1976] REGIA Ettore Scola.
CAST Nino Manfredi, Marcella Michelangeli, Marcella Battisti, Claudio Botosso, Zoe Incrocci.
SCENEGGIATURA Ettore Scola, Ruggero Maccari. FOTOGRAFIA Dario Di Palma. MUSICHE Armando Trovajoli.
Commedia/Grottesco, durata 115 minuti.