Lili “affiora alla pelle”
Einar e Lili (Eddie Redmayne), impossibile coesistere per loro. Uno ammala, svilisce e distrugge l’altra che a sua volta lo spinge per poter uscire. Tom Hooper con The Danish Girl porta sul grande schermo la narrazione dell’intoppo, racconta Einar Wegener, il primo transessuale della storia, che affronta complicate operazioni per diventare Lili Elbe.
The Danish Girl è una sorta di “romanzo di formazione” e autodeterminazione in un’architettura dello spirito e della “riassegnazione” secondo cui Copenaghen è rigida e virile (linee e rigore) e Parigi femminile e sinuosa (curve e morbidezza). Il Sesso impedisce a Einar di essere chi è dentro, una donna, ostacolo nella sua vita con la moglie Gerda/Alicia Vikander e nella “terribile normalità”. Lili si insinua quasi per gioco nella vita dei due e la smuove dal profondo, si infila tra le loro lenzuola e sprimaccia le carni, scuote i desideri e “affiora alla pelle” come un fuoco. Bastano un paio di calze e di scarpe per rimodellare la gestualità di un uomo (vede Lili e in lei si riconosce) che si sente donna − “da dove viene (Lili)?” “Da dentro me” −, fargli capire che ciò che desidera non è il corpo della moglie (è il rito della costruzione della femminilità ad affascinarlo), ma essere quel corpo. Lili si fa largo e si espande in Einar che perde la sua “supremazia” di genere; così inizia a vestirsi, non seguendo le regole imposte dalla Natura, ma seguendo le sue inclinazioni. L’uomo lascia il posto alla donna non senza sofferenza (Lili con epistassi e spasmi allo stomaco urla la sua voglia di essere) − sociale , coniugale (l’incapacità di avere dei figli e l’interruzione dei rapporti sessuali) e individuale (il disagio per non poter vivere la propria identità liberamente) –, ridefinendosi respiro dopo respiro con l’aiuto di Gerda e del suo enorme amore. Hooper esplora con grazia e classicismo la pioniera del movimento transgender che, come un eroe della mitologia greca, supera le colonne d’Ercole imposte dalla società, lottando per essere finalmente se stessa a tutti i costi. La Lili dell’eccezionale Redmayne, efebico e femminino, aggiunge valore a un film che racconta per lo stile del suo autore senza troppe trasgressioni (a parte un nudo) un corpo “incagliato”, imperfetto e tiranno. The Danish Girl, pur incastrandosi spesse volte nei piccoli gesti e nei movimenti impercettibili di uno spirito che rifiuta il suo tristo involucro, impigliandosi nelle trame di una storia che si racconta da sé per dramma e coraggio, si illumina di due attori che interpretano fino in fondo, loro sì, i grovigli dei personaggi.
The Danish Girl [id., USA/Gran Bretagna 2016] REGIA Tom Hooper.
CAST Eddie Redmayne, Alicia Vikander, Amber Heard, Sebastian Koch, Ben Whishaw.
SCENEGGIATURA Lucinda Coxon (tratta dal romanzo La danese di David Ebershoff). FOTOGRAFIA Danny Cohen. MUSICHE Alexandre Desplat.
Drammatico, durata 120 minuti.