Fantasmagorie
Craig Thompson ritorna con Polpette spaziali, divertentissima e visionaria opera di fantascienza ricca d’humour, d’avventura e d’azione nella quale (citando le parole dell’autore riportate nella ricca appendice dell’edizione italiana) “convivono Star Wars, i Ghostbusters, Calvin & Hobbes, Dr. Seuss e i Goonies”, scritta e disegnata con l’obiettivo di essere una favola con morale incorporata a misura d’adolescente.
Di certo però non mancano tematiche, allegorie e riflessioni più generali e rimandi autobiografici. È un po’ come se Polpette spaziali fosse nato dall’unione del fantasioso Addio, Chunky Rice e del più “realista” e amaro Blankets. In un futuro non specificato e non dichiaratamente (ma evidentemente) post-apocalittico, una galassia e le sue varie comunità – divise a seconda delle classi sociali ed “etniche” − sono minacciate da branchi di balene; la piccola Violette si imbarca in un’avventura al limite dell’impossibile alla ricerca del padre disperso, aiutata da Elliott, un pollo intellettuale, e da Zaccheo, uno degli ultimi esponenti di una razza estinta. Tra stilisti snob e altezzosi, intoppi burocratici “galattici”, con l’aiuto di un gruppo di avventurieri cialtroni e coraggiosi, la ragazzina scoprirà il valore dell’amicizia, della giustizia, del coraggio, in un percorso di formazione che interesserà anche le persone e la società che la circonda. Nella cornice del racconto di formazione ed educativo per giovani lettori, l’autore rappresenta, allegoricamente, alcune tematiche estremamente attuali, accentuandole come è d’uopo in un’ottica distopica, evidente anche in un racconto giocoso come questo: su tutte la divisione tra classi (efficace è la rappresentazione, nella prima parte, della mega-stazione), la suddivisione tra lavoro intellettuale/creativo e lavoro “basso” manuale e la paura del diverso. Tutto raccontato a misura d’adolescente, ma con chiavi di lettura adatte anche ad un pubblico più adulto e navigato. Thompson conferma la sua abilità narrativa – è perfetto nel mescolare toni differenti − e la sua capacità di creare empatia e commuovere, e di saperlo fare grazie a un tratto fantasioso capace di sublimare situazioni e sentimenti: Polpette spaziali è infatti anche un susseguirsi di immagini, sfondi e quadri fantasmagorici, esaltati dai colori di Dawe Stewart (vincitore di 9 Eisner Awards), allo stesso tempo magnifici presi da soli quanto assolutamente legati al senso della vicenda e alle emozioni dei personaggi. Dopo una prima parte perfetta e uno svolgimento impeccabile ed estremamente coinvolgente, c’è solo qualche sbandamento nel finale un po’ troppo esplicitamente “educativo”.
Polpette spaziali [Space Dumplins, USA 2015]
TESTI E DISEGNI Craig Thompson. COLORI Dawe Stewart.
EDITORE Rizzoli Lizard, 320 pp., 35 euro.