Cronaca della nascita di un mostro scientifico
Terra misteriosa quella del New Mexico, che annovera una nutrita lista di ghiotti arcani come il famoso incidente alieno di Roswell. Misteri che sia la Settima Arte che il piccolo schermo non si sono lasciati sfuggire, sfornando opere liberamente ispirati ad essi.
Ora tocca a un’altra bizzarria consumatasi (stavolta per davvero) sul suo polveroso territorio al tempo della Seconda Guerra Mondiale: quella del progetto militare top secret chiamato Manhattan, nato per scoraggiare la Germania che minacciava di spazzare via gli eserciti nemici con un micidiale armamento all’uranio. Il luogo scelto per far nascere una vera e propria città fantasma segreta è una collina isolata nei pressi di Los Alamos, dove si concentrano le migliori menti della élite scientifica di allora i cui sforzi porteranno appena due anni dopo l’apertura del sito al primo test nucleare nel luglio del ’45. Il triste epilogo purtroppo lo conosciamo tutti: il bombardamento delle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. Il “Progetto Manhattan” era già stato chiamato in causa al Cinema (tra i precedenti di celluloide c’è pure L’ombra di mille soli di Joffé, con l’autorevole firma musicale del nostro Morricone) ma questa è la prima volta che la tormentata genesi dell’era degli armamenti nucleari s’impone prepotentemente nel plot di una serie tv. Potendo contare sulla forza evocativa di una splendida fotografia estremamente curata e fedele sia alla cultura che alla moda dell’epoca ma allo stesso tempo non volendo puntare tutto sull’accuratezza storica dei personaggi e dei fatti accaduti (tra i reali scienziati solo Oppenheimer viene citato con frequenza), la serie esplora il tortuoso labirinto di contraddizioni etiche e professionali di chi, come il responsabile del progetto Dott. Winker e il neoassunto ma promettente Isaacs, si sente in colpa per trovarsi sul campo di battaglia e si rende perfettamente conto di contribuire a creare un’arma di distruzione di massa con l’idea di salvare altre vite. Il suo punto di forza è proprio quello di sviscerare la complessità emotiva del personale chiamato a lavorare a vario titolo al “gadget” (nome in codice della bomba) e della pesante quotidianità fatta di segretezza imposta a tutti i livelli pure alle famiglie che si sono portati appresso, ma si insiste troppo su questo preciso binario narrativo e il rischio di disaffezionare il pubblico è alto: non avrebbero guastato infatti né qualche breve precisazione storico-scientifica per aiutare il pubblico a contestualizzare i fatti né un approfondimento tematico più puntuale. L’ottima regia di Thomas Schlamme e un arguto scambio di battute (“Signora, suo marito avrà un cervello grande come il Kansas ma quell’anello al dito non fa di Lei una scienziata”, “No, ma quattro anni al Barnard e un dottorato in botanica sì”) infatti fanno capolino proprio nell’episodio pilota: non sarebbe stato meglio un unico lungometraggio al posto di un’annacquata serie da oltre dieci episodi a stagione?
Manhattan [id., USA 2015] IDEATORE Sam Shaw.
CAST John Benjamin Hickey, Olivia Williams, Ashley Zuckerman, Rachel Brosnahan, Alexia Fast.
Period Drama, durata 55 minuti (episodio), stagione 1.