SPECIALE DALTON TRUMBO
E Johnny prese coscienza
Tratto dall’omonimo romanzo scritto da Dalton Trumbo nel ’39, E Johnny prese il fucile è uno dei più potenti film anti-bellici mai girati. Il campo di battaglia non è mai inquadrato perché la nostra storia comincia con la fine del conflitto.
Facciamo conoscenza con Joe quando esce dalla sala operatoria e i medici militari ne descrivono la condizione definendolo come un tronco umano privo di coscienza, buono solo per essere studiato. Scopriamo presto che le cose non stanno così: Joe è mentalmente lucido ma non può comunicarlo in alcun modo. La pellicola prende la forma di un ininterrotto e doloroso flusso di coscienza che solo lo spettatore può sentire. E Johnny prese il fucile è un film sulla solitudine ancora prima che di guerra. È nel modo in cui Joe si rende conto della sua condizione che si vede la maestria narrativa di Dalton Trumbo, talentuoso sceneggiatore della Hollywood classica, poi inserito nella “lista nera” della Commissione per le attività antiamericane per via delle sue simpatie politiche. E Johnny prese il fucile è il suo primo e unico film da regista ed è un esempio importante di cinema povero ma efficace. Joe non ha più i sensi a parte il tatto ed è intorpidito dagli anestetici. La sua condizione non gli è chiara e non lo sarà mai, deve raccogliere gli indizi e deve farlo da solo: con orrore scopre che un braccio manca all’appello, la lingua non si muove, il naso è una fessura connessa a un tubo. Noi spettatori conosciamo fin dal principio la sua situazione, ma siamo a diretto contatto con la sua psiche e viviamo insieme a lui il dramma della sua progressiva scoperta. Mai flusso di coscienza fu più doloroso. La realtà è filmata in bianco e nero ma i ricordi di Joe sono a colori. Lo vediamo nuovamente giovane e pieno di speranze, come ci si aspetta da un vero american boy. Gli stereotipi sono usati col fine di destrutturarli: sappiamo bene che l’ottimismo di Joe è malriposto, nemmeno i miracoli guariscono gli amputati e a Joe servirebbero almeno cinque miracoli. Eppure, il film di Trumbo non è privo di momenti di gioia contagiosa. Il calore del sole proveniente da una finestra aperta lo rincuora e gli permette di distinguere il giorno dalla notte, restituendogli il senso del tempo. Il tocco di un’infermiera giovane basta a rasserenare i suoi sogni e la possibilità di farsi comprendere tramite l’alfabeto morse segnerà, forse, la fine di un incubo. Nessuno gli restituirà i suoi arti e la sua gioventù, ma la possibilità di comunicare di nuovo provoca un tripudio di gioia, perché E Johnny prese il fucile è un film che parla della guerra, della ricerca di Dio, della famiglia americana, ma, prima di tutto, è un film sull’isolamento e sulla privazione dell’umanità.
E Johnny prese il fucile [Johnny Got His Gun, USA 1971] REGIA Dalton Trumbo.
CAST Timothy Bottoms, Jason Robards, Kathy Fields, Donald Sutherland, Marsha Hunt, Diane Varsi.
SCENEGGIATURA Dalton Trumbo. FOTOGRAFIA Jules Brenner. MUSICHE Jerry Fielding.
Guerra/Drammatico, durata 111 minuti.