Sperma, lacrime e sangue (ma c’è anche la droga!)
L’etichetta “porno d’autore” sta diventando di moda, abbiamo ancora tutti in mente il dittico di Lars von Trier, Nymphomaniac, ed ecco poco dopo approdare in sala (non nelle nostre) un’altra pellicola che si fregia di tale titolo, Love, di un altro regista amato e dannato come Gaspar Noè. Chiaramente dietro a queste operazioni non si può nascondere una certa furbizia produttiva, che intende provocare la mente del curioso cinefilo sull’interpretazione di un genere, ancora marginalizzato dalla critica comune, da parte di registi autorialmente accettati.
Ecco allora il turno di Gaspar Noè, che da sempre ha avuto un certo gusto per lo scandalo e non solo per il suo narcisismo registico. Narrativamente basilare ma non banale nell’intreccio della fabula, Love racconta di Murphy e Electra, coppia libera e innamorata, che coinvolgono una sera Omi, una ragazza appena conosciuta, in un triangolo. Da quella che avrebbe dovuto essere essere una semplice avventura, il gioco prevedibilmente prende una piega più seria quando Omi rimane incinta di Murphy. Electra, una volta saputo dell’accaduto, perderà la testa sprofondando nella droga e cancellando dalla sua vita l’ex compagno. Love prende inizio qualche anno dopo, da quando Omi e Murphy sono già legati a un matrimonio di convenienza. La vicenda si costruisce tramite una serie di sovrapposizioni temporali che svelano l’incapacità di Murphy di smettere d’amare Electra, che riaffiorerà nella sua mente una volta data per scomparsa. Un intreccio mnemonico che svela principalmente la dipendenza sentimentale del ragazzo nel rapporto sessuale con lei. Love, titolo ironico per un porno ma fino a un certo punto, in realtà descrive una relazione in cui il desiderio carnale s’intreccia inevitabilmente con il sentimento, e quest’ultimo fatto di materia secreta e organica. Gaspar Noè dichiaratamente ci dice che la sua pellicola è composta da ciò, di corpi che si penetrano vicendevolmente, nello scambio di fluidi corporei e assunzione di droghe. Il corpo è esposto principalmente per quello che si scambia. Love è la storia di un sentimento che prende corpo fisico, che siano lacrime di disperazione o che sia sperma dopo l’eiaculazione poca differenza fa. E in un chiasmo, l’amore inestricabilmente avvinghiato al sesso, assume la forma di una secrezione che è anche la natura dell’emotività nel sentimento. Love ha indubbiamente una moltitudine di difetti che iniziano e finiscono proprio con il suo regista, il cui narcisismo è come sempre straripante con scelte estetiche esasperate per centralizzare l’attenzione spettatoriale sulla messa in scena volutamente antisequenziale e virtuosistica. Detto ciò, Love ha un pregio nella disperazione della vicenda che racconta, dove trova un senso ipnotico e fascinatorio. Sarà nelle immagini dolcemente fotografate da colori acidi o nella colonna sonora straniante, piuttosto che nella vicenda in sé mai realmente presa dal solo scandalo della messa in scena di sesso reale, ma interessato davvero a quell’avvinghiarsi tra sentimento e pulsione carnale. Magari Gaspar Noè non sarà del tutto sincero, e una certa furbizia è innegabile, ma tant’è, Love è così, prendere o lasciare.
Love [id., Francia 2015] REGIA Gaspar Noè.
CAST Karl Glusman, Klara Kristin, Aomi Muyock.
SCENEGGIATURA Gaspar Noè. FOTOGRAFIA Benoît Debie. MUSICHE Pascal Mayer.
Erotico, durata 135 minuti.