SPECIALE CARLO VERDONE
È nato un mattatore
Col successo televisivo in programmi come Non Stop, Carlo Verdone è ormai un volto di successo corteggiato dal mondo del cinema. Il giovane istrione attende l’occasione giusta per debuttare sul grande schermo ed essa arriva: è Sergio Leone in persona a proporgli di fare un film. Verdone sarà anche regista oltre che interprete e sceneggiatore.
Non è poi così strano visto che l’attore romano si è diplomato in regia al Centro Sperimentale e ha già prodotto diversi cortometraggi amatoriali. Siamo nel 1980 e, anche se l’esperienza del grande cinema italiano è quasi agli sgoccioli, i giovani di talento ricevono opportunità e mezzi per crescere. Certo, i film sulla resistenza e sul terrorismo sono soppiantati dalla gigioneria delle commedie sexy e i Moretti vari sono condannati a fare gli autarchici, ma Cinecittà è ancora in piedi e, grazie all’intercessione di Leone, per Carlo Verdone si aprono i cancelli dell’Olimpo. Il film s’intitolerà Un sacco bello e intreccerà tre storie interconnesse da legami deboli, tutte interpretate da Verdone, che, oltre ai protagonisti, presta il volto anche a diversi personaggi secondari che sono giustamente rimasti impressi nell’immaginario collettivo. Seguiamo le vicende di un hippy fuggito di casa, di un burino in cerca di un compagno di viaggio per fare del turismo sessuale e di un perito elettronico dalla mente semplice che vive ancora con la mamma. Tutti e tre si muovono in una Roma deserta di Ferragosto, tutta assolata e piena di personaggi al limite del grottesco ma non c’è cattiveria nello sguardo di Verdone, anzi, c’è solo tanta complicità e amore incondizionato (Roma ci piace perché è brutta, e noi continuiamo a meritarci Alberto Sordi). Tutta la crudeltà presente nel film la indirizza ai suoi personaggi, quindi a se stesso: omini caricaturali, hippy qualunquisti, burini tristemente sfigati e bravi ragazzi che si lasciano sfruttare da una bellezza straniera che fa la svampita. Per loro non c’è mai presa di coscienza: si lasciano vivere senza mai guardarsi allo specchio e non basterà nemmeno lo scoppio di una bomba a svegliarli dalla loro routine, a fargli prendere una decisione che vada nella direzione del cambiamento. Meglio così perché la sconfitta fa parte del fascino di Verdone: le sue creature ci piacciono perché sono così semplici e sfortunate. Non proveremmo più empatia per Leo se riuscisse a conquistare la bella spagnola, perderemmo interesse in Enzo se egli raggiungesse davvero la Polonia e proveremmo un fastidioso sapore agrodolce in bocca se Ruggero, il figliol prodigo, si riconciliasse con suo padre. Un sacco bello fu un successo di pubblico e la formula a tre linee narrative fu ripresa in Bianco, rosso e Verdone, che consacrò l’uomo e i personaggi al pubblico italiano; il resto è storia.
Un sacco bello [Italia 1980] REGIA Carlo Verdone.
CAST Carlo Verdone, Mario Braga, Renato Scarpa, Veronica Miriel.
SCENEGGIATURA Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Carlo Verdone. FOTOGRAFIA Ennio Guarnieri. MUSICHE Ennio Morricone.
Commedia, durata 99 minuti.