“Affondo il coltello nelle piaghe della società e ci sguazzo”, così Lory Del Santo racconta The Lady 2 – L’odio passionale. Tutto è sbagliato nella web serie in cui il centro è lei: le inquadrature e i dialoghi senza senso, le puntate tagliate con l’accetta, la recitazione piatta e monocorde. Anche questa stagione ha avuto molta risonanza nel web, chiamando a sé nuovi adepti: perché tanto successo?
Non è la storia, inconsistente, banale, priva di spessore: Lona – bella, ricca e potente -, evidente alter ego della sua creatrice, è in pericolo a causa di una villain dark e trasgressiva che tenta di distruggerla. È proprio la mancanza di spessore a rapire. Ad ammaliare non è tanto la Lady, un’ipertiroidea vestita di abiti ridottissimi, figlia del “femminismo” targato Del Santo e del suo modus vivendi, ma i personaggi che le ruotano intorno (Chang, Mio/Maccio Capatonda, Alex, il selezionatore dei casting, l’uomo in attesa, la nuda vagante per il paesino).
È chiaro, L’odio passionale raggiunge picchi di sublime (im)perfezione. The Lady è un manifesto di vuoto cosmico e nulla, espressioni di una certa società di cui fanno parte starlette e tronisti (Guendalina Canessa, Natalia Bush e Simone Coccia, fidanzato dell’assessore Pd Pezzopane), quella di alcuni programmi televisivi, quella di un certo berlusconismo. La factotum del Drive In riesce in un gioco di assenze e niente a riempire le nove puntate, facendoci ridere dei fantocci pompati e depilati, delle ninfe ritoccatissime, firmatissime e nudissime, muovendo tali marionette in una danza di candido malessere. Al centro c’è il mito della bellezza a tutti i costi, la rincorsa al soldo facile. Non c’è lavoro vero in The Lady, non ci sono pensieri “sinceri”, c’è un vagare senza meta, o meglio la meta è diventare famosi, anche se non se ne hanno le capacità (l’Iperuranio del casting e dei locali notturni).
Fondamentale per la costruzione di questo comico mausoleo, di questo farsesco circo degli orrori e delle vanità è il linguaggio, una serie di parole le une legate alle altre senza rigor di logica (felicità e attesa, dadaismo e palestra). I personaggi “si fanno parlare” dai modi di dire, sporcati di qualunquismo, ornati da latinismi di cui spesso non si sa il significato; il risultato è stupidità che si fa carne, “trivialità” concettuale imbarazzante. The Lady, nelle mani della sua inconsapevole creatrice – per lei il suo è capolavoro tout court –, è una meraviglia al rovescio, un’analisi sociologica costruita come una barzelletta, un porno senza il porno, un fotoromanzo dei nostri tempi, una lunga pubblicità di profumi scadenti che fa suo lo spettatore grazie all’immediata banalità e allo squallido candore di una società che non sa di essere così ridicola.
The Lady 2 – L’odio passionale [Italia 2015 – in corso]
SOGGETTO, SCENEGGIATURA, SCENOGRAFIA, COSTUMI, FOTOGRAFIA, OPERATORE CAMERA, COLONNA SONORA EDITING, SOUND MIX, MONTAGGIO, REGIA Lory Del Santo.