SPECIALE WESTERN CONTEMPORANEO
Dolce è la notte e il giorno
Sceneggiato da Nick Cave, La proposta riprende tematiche, atmosfere, sensazioni e colori della storia del cinema western, frullandole in un mix che, pur talvolta troppo privo di baricentro, funziona e affascina, riuscendo ad essere originale.
Funziona innanzitutto l’ambientazione nel deserto australiano di fine XIX secolo, sia dal punto di vista “storico” – l’occupazione inglese col relativo scontro tra supposta civiltà europea e l’altrettanto supposta arretratezza degli indigeni, bianchi o neri aborigeni che fossero –, sia dal punto di vista fisico e paesaggistico: gli spazi immensi e la durezza, quasi palpabile, del paesaggio, metafora di per sé forse scolastica, ma nei risultati molto efficace, del disagio dei personaggi e della loro vita soggetta alle leggi della natura affascinante e ostica. A partire dai due protagonisti: il capitano inglese (Ray Winstone, superlativo) autore della proposta, e l’ex bandito vittima/destinatario della stessa (Guy Pearce), costretto ad andare alla ricerca del fratello maggiore, bandito sanguinario e sfuggente nel suo eremitaggio in simbiosi con la natura, per salvare il poco più che adolescente fratello minore, arrestato dall’ufficiale e condannato a morte. Sono loro i due personaggi che svettano maggiormente in un’opera in fin dei conti corale, dove ogni carattere tende a rappresentare un archetipo, e sono anche quelli delineati con maggiore impatto, a differenza di altri più monodimensionali (è il caso della moglie dell’ufficiale – Emily Watson – o dello sprezzante e subdolo giudice). I due personaggi sono anche, ognuno a modo suo, vittime della storia e del contesto perché testimoni del passaggio dalle ancora radicate leggi del più forte e anarchia violenta della “frontiera” all’ancora timido, ma evidente, sviluppo di una società più stabile e radicata, condizionati da entrambe le influenze e di conseguenza come bloccati dalle spinte opposte che li strattonano. Protagonisti, loro malgrado, di un momento di transizione, delineato anche dalla varietà dei toni, che abbracciano l’elegia malinconica (il finale “alla Peckinpah”) così come momenti grotteschi (il memorabile cacciatore di dote interpretato da Ian Hurt), in cui però viene mai meno l’estrema concretezza nella rappresentazione della durezza e della violenza; quasi palpabili diventano la sabbia, il sangue, le lacrime e il sudore. John Hillcoat realizza così un western polisinfonico, per toni, tematiche e personaggi, non privo di momenti e caratteri decisamente più felici e compiuti di altri, ma che nel complesso funziona decisamente, spiccando nella non vastissima produzione di western contemporanei.
La proposta [The Proposition, Australia/Gran Bretagna 2005] REGIA John Hillcoat.
CAST Ray Winstone, Guy Pearce, Danny Huston, Emily Watson, John Hurt, Noah Taylor.
SCENEGGIATURA Nick Cave. FOTOGRAFIA Benoit Delhomme. MUSICHE Nick Cave, Warren Ellis.
Western, durata 104 minuti.