Un episodio così vale bene l’attesa
Due anni. Quando sentono i fan di una serie televisiva lamentarsi per l’attesa tra una stagione e l’altra, i fan di Sherlock ridono, temprati da anni – in questo caso quasi due – e non meri mesi di pazienza.
Ecco dunque arrivato lo speciale di Natale, Sherlock – L’abominevole sposa, intelligente operazione di marketing che ha scombussolato i più ingenui tra i seguaci del duo Gatiss-Moffat. Sparita l’ambientazione moderna che caratterizza il loro Holmes, i due sembravano aver riportato il detective alle origini, nella Londra ottocentesca dei romanzi, sempre falsamente sonnolenta, sempre brulicante di volti noti o notissimi, ma senza smartphone e senza svolazzante cappotto di Belstaff per Cumberbatch. Tuttavia, i fan più scafati sapevano che raramente la coppia di sceneggiatori segue la pista che sembra più ovvia. Sherlock e Watson in questa avventura nel passato devono proteggere un lord dalle minacce di una giovane sposa che, dopo essersi suicidata, sembra tornare dalla tomba per seminare una scia di cadaveri in una Londra infestata da curiosi anacronismi – inutile rimarcarlo, Sherlock esige che i suoi fruitori facciano lavorare il cervello. Impeccabilmente affiatati come sempre, Cumberbatch e Freeman oscillano di continuo tra l’irriverente omaggio ai romanzi di Conan Doyle ed una sottile presa in giro delle loro controparti ottocentesteche. Attenzione, però, è uno scherzoso ammiccamento che sa tanto di ennesimo indizio per la soluzione del caso. Lungo tutta la narrazione, infatti, la sensazione di déjà vu, voluta e calcolata al fotogramma, richiama eventi già visti ma qui imbastiti con nuovi significati. E che Sherlock sia ben ancorato al mondo moderno, a dispetto di carrozze, telegrafi e basettoni lo dimostrano anche le continue apparizioni ed ammiccamenti ad una sorta di sottotrama omoerotica, che dimostra come Gatiss e Moffat siano ben consapevoli delle aspettative del fandom. E sadicamente, si divertono a mostrare ciò che potrebbe essere e forse non sarà. O magari sì. Tutto questo senza mai mettere in secondo piano né le figure femminili che già conosciamo e che qui riappaiono in tutta la loro potenza, né dimenticandosi l’ingrediente essenziale che fa scattare Sherlock: un delitto misterioso. Bentornati, ragazzi!
Sherlock: l’abominevole sposa [Sherlock: The Abominable Bride, Gran Bretagna 2016] REGIA Douglas Mackinnon.
CAST Benedict Cumberbatch, Martin Freeman, Cathrine McCormack, Andrew Scott.
SCENEGGIATURA Mark Gatiss, Steven Moffat. FOTOGRAFIA Suzie Lavelle. MUSICHE David Arnold, Michael Price.
Thriller/Avventura, durata 89 minuti.