Short Film Day 2015, 21 dicembre 2015, Torino
Corti non Maltesi
Il 21 dicembre è il solstizio d’inverno, il giorno in cui il sonno di Proserpina è più profondo. Bene, direte voi; e quindi? La cosa ci può interessare non solo come monito ad affrettarsi per gli ultimi regali di Natale, ma perché, dal 2011, esiste un’iniziativa che nel giorno più breve dell’anno esalta il cinema più corto: lo Short Film Day, manifestazione nata in Francia nel 2011, diffusa nel continente e arrivata quest’anno in Italia grazie al Centro Nazionale del Cortometraggio, che ha selezionato sette corti recenti di registi italiani di vario tipo e genere per le sale italiane ed europee (in collaborazione con i vari istituti di cultura italiana).
La selezione è variegata e abbraccia a 360° stili, atmosfere e formati; dalla comicità all’impegno, dal realismo all’animazione. Per il cinema animato, doverosa è la presenza di Simone Massi e del suo L’attesa del maggio, di cui in questa sede abbiamo già parlato. Originale e divertente è invece la maniera con cui Milena Tipaldo e Francesca Marinelli hanno unito animazione e biografia, ironia e affetto in Mamma mia, tenero ricordo e omaggio alle madri delle registe, dal ritmo vivace e dal tratto leggero e ironico (con qualche influenza della graphic novel comico/biografica, vedi Zerocalcare). Si ride, in maniera più cinica, anche con Ménage a trois di Emanuele Daga, divertente e paradossale racconto di come il destino tragico e beffardo intervenga a concludere sul nascere una storia d’amore. Non manca la comicità anche in quello che, forse, è il corto migliore della selezione: Frankie di Francesco Mazza, in cui però il tono comico, a tratti esilarante, assume i contorni del grottesco dall’essenza critica e amara, facendo così risaltare il dramma di un emigrato italiano negli States, il suo ambiguo rapporto con la madre patria e con la nazione d’adozione e le sue enormi difficoltà. Il film riesce a essere allo stesso tempo un fantasioso e incisivo ritratto psicologico e un’efficace ricognizione sociale, anche grazie all’abile costruzione narrativa e a un climax che sfocia nel fatalismo più disperato. Non si ride, ma si trova un utilizzo simile dei canoni di un genere – il dramma familiare mischiato all’heist movie − in Lo so che mi senti di Francesca Mazzoleni, che, nonostante appaia per lunghi tratti un buon esercizio di stile, riesce a trasmettere lo stretto legame tra un padre e un figlio entrambi sordi, raccontando la maturazione del personaggio sulla carta più adulto. Lo sguardo da documentarista unito alla capacità di raccontare interiorità e sentimenti caratterizza il celebrato E.T.E.R.N.I.T. di Giovanni Aloi, efficace esempio del cortocircuito tra realtà documentata e finzione che caratterizza molto cinema italiano recente. Si passa invece all’astrattezza e alla metafora visiva con il coraggioso La Salita di Francesca Barison, racconto di una salita – fisica e interiore − dall’inferno dei campi di battaglia della Grande Guerra alla pace maestosa e solenne delle cime alpine compiuta da un soldato semplice.
L’attesa del maggio [Italia 2014] REGIA Simone Massi.
Animazione, durata 8 minuti.
La salita [Italia 2015] REGIA Francesca Barison.
Drammatico, durata 11 minuti.
E.T.E.R.N.I.T. [id., Francia 2015] REGIA Giovanni Aloi.
Drammatico, durata 14 minuti.
Lo so che mi senti [Italia 2014] REGIA Francesca Mazzoleni.
Drammatico, durata 16 minuti.
Mamma mia [Italia 2014] REGIA Milena Tipaldo, Francesca Marinelli.
Animazione, durata 7 minuti.
Ménage a trois [Italia 2015] REGIA Emanuele Daga.
Comemdia, durata 13 minuti.
Frankie [id., USA 2015] REGIA Francesco Mazza.
Commedia/Drammatico, durata 19 minuti.