8° Archivio Aperto, 23 ottobre – 5 dicembre 2015, Bologna
Super8, una lunga storia
A quarant’anni esatti dalla pionieristica rassegna Dimensione Super8 del Filmstudio di Roma, tenutasi proprio a dicembre del 1975, in collaborazione con il Politecnico e la Karma Film (che oltre ad avere il merito di essere stata la prima occasione dove si mostrarono in pubblico i tre film di Nanni Moretti precedenti all’esordio ufficiale Io sono un autarchico, fu anche la prima vera e completa retrospettiva italiana sui film in Super8 e 8mm), e dopo le personali su Tonino De Bernardi, Gianni Castagnoli, Piero Bargellini, Archivio Aperto di Home Movies ha chiuso la sua edizione 2015 con una giornata intera, nello Spazio Menomale a Bologna, organizzata insieme a Nomadica e dedicata ai protagonisti di quell’epoca di cinema libero ed eterogeneo, un’epoca che sembra ormai lontana.
In realtà, come ha spiegato Adriano Aprà (presente come ospite insieme a, tra gli altri, Massimo Bacigalupo, il prolifico e versatile Michelangelo Buffa, il toscano Luca Ferro che ha presentato l’installazione Impressioni a distanza I, II, III), per quanto il cinema italiano underground, che nasceva dal basso, dalle pratiche del cinema famigliare così approfonditamente indagate da anni da Home Movies, sia in pratica davvero scomparso dopo essere stato visto da pochissimi, ancora oggi ci sono registi, pur molto marginali, che scelgono di girare in Super8. Nell’ultima parte della giornata, infatti, erano in programma film di Giuseppe Baresi, Giulia Vallicelli, Giuseppe Spina, Mirco Santi, girati in Super8 e risalenti a un periodo compreso tra il 1990 e gli anni 2000. La giornata di Archivio Aperto ha ripreso anche da Dimensione Super8 la classificazione in sezioni: il cinema underground di Bacigalupo (di cui è stato proiettato Quasi una tangente del 1966) e Gianfranco Brebbia (Bazar, 1973), il cinema d’artista dell’installazione Laguna di Michele Sambin (1972), il cinema a scuola di Storia di un punto (premiato corto d’animazione realizzato dalla terza H della scuola Farini di Bologna nell’anno scolastico 1988-89, con la supervisione della professoressa Marianna Babina), il cinema militante di Elezioni politiche nuova repubblica P.L.I. (1968), il cinema di famiglia di Ines Pignatelli (Montegruppo – Candele I anno – 1972-73 0-1 anno), la sezione FEDIC (con il film-pamphlet contro l’autoritarismo Sbatti il mostro dove vuoi del 1973, di Giampaolo Bernagozzi e Pierluigi Buganè). Infine, i film di autori come Michelangelo Buffa (l’ironico 8 volte Godard del 1982, il paesaggistico Sentieri perduti degli inizi degli anni Ottanta, l’intimo Mia madre degli inizi degli anni Settanta) e il bolognese Mauro Mingardi (l’umorismo nero de Il tempo nel muro, del 1969, e poi Vita d’artista del 1981). Insomma, un quadro sintetico ma soddisfacente di una sterminata produzione, un’occasione perfetta per ripercorrere insieme al pubblico l’intensa e avventurosa storia del Super8 in Italia.