SPECIALE ORSON WELLES
Come hai fatto, caro Orson?
Sei un 25enne originario del Wisconsin, precisamente di Kenosha che ha il pregio, non da poco, di essere la quarta città più grande della contea e di poggiarsi sulle sponde del lago Michigan. Hai appena terrorizzato i poveri cittadini americani in procinto di entrare in guerra, la Seconda Guerra Mondiale, con un finto annuncio radiofonico in cui raccontavi lo sbarco di astronavi aliene sul suolo terrestre. Qualcuno c’è pure rimasto secco per lo spavento, ma questo non ti ha impedito di sbarcare a Hollywood assieme alla tua compagnia teatrale, il Mercury Theatre.
Hai 25 anni, appunto, vuoi girare il tuo primo film e ai giganti della produzione cinematografica non chiedi una montagna di soldi ma solo (e ti par poco!) il controllo completo sul film. Questo comporta che nessuno, a parte la “famiglia” di attori del Mercury, di cui fa parte anche un certo Joseph Cotten, possa entrare in sala di montaggio o metter bocca sui giornalieri o, ancor peggio, sulle scelte registiche. Il film che hai in mente parla di un ragazzino, Charles Foster Kane, nato in povertà nella provincia innevata, la cui unica compagna di giochi è una slitta di legno. Dopo esser stato affidato a un tutore danaroso, il ragazzino diventa, in sequenza: un giovane intraprendente, il proprietario di uno dei giornali più letti del Paese (L’Inquire), il candidato che nessuno si aspetta nella corsa alla poltrona di Governatore dello Stato e, infine, un vecchio solo, abbandonato, dimenticato, (rin)chiuso dentro la dimora regale di Xanadu. È il 29 giugno del 1940 e stai per iniziare le riprese ma hai una concezione molto vaga di cosa voglia dire “riprendere”, così sperimenti affidandoti alla guida esperta del tuo direttore della fotografia, Gregg Toland, uno che ha lavorato con John Ford, King Vidor, Howard Hughes e via dicendo. Nella sequenza di apertura decidi di rivolgerti subito allo spettatore: lo avverti che, oltrepassando la soglia di Xanadu, andrà incontro a dei rischi. Naturalmente tutti ti seguono e per due ore restano incollati allo schermo, rapiti dalla vita di Kane, da inquadrature che sembrano scese sulla Terra assieme agli alieni di cui sopra (il grandangolo che nella scena del passaggio al tutore inquadra con lo stesso fuoco, senza profondità di campo, sia l’interno che l’esterno della casetta). Bene, sei riuscito a realizzare il film che volevi nonostante il colpo di stato tentato da alcuni membri della RKO, la tua casa di produzione, nei confronti di quel presidente reo di averti offerto un contratto inaccettabile per gli standard degli studios. La critica, però, non sembra apprezzare i tuoi sforzi e con essa anche intellettuali come Jean-Paul Sartre si schierano contro il film. Ci vorranno anni prima che la quasi totalità dei giornalisti di settore si trovino concordi con una delle poche recensioni entusiastiche, quella in cui John O’Hara, critico del Newsweek scriveva “Questo è il più bel film che sia mai stato girato, e resterà il più bello nella storia del cinema”. Bene, sei Orson Welles, hai girato Quarto potere, ma come hai fatto a sottrarti alle logiche degli Studios? “Ho avuto quel contratto così buono perché non avevo davvero l’intenzione di fare un film”.
Quarto potere [Citizen Kane, USA 1941] REGIA Orson Welles.
CAST Orson Welles, Joseph Cotten, Everett Sloane, Dorothy Comingore, Ray Collins.
SCENEGGIATURA Orson Welles, Herman J. Mankiewicz. FOTOGRAFIA Gregg Toland.
MUSICHE Bernard Herrmann.
Drammatico, durata 119 minuti.