11° Passaggi d’Autore: intrecci mediterranei, 4 – 8 dicembre 2015, Sant’Antioco (CI)
In collaborazione con Passaggi d’autore 2015, pubblichiamo la prima di tre recensioni scritte durante il “Laboratorio di critica cinematografica” tenuto da Sara Martin e organizzato dal festival sardo.
Intrecci. Mediterraneo ritrovato
Tutto iniziò con un treno. A Sant’Antioco, l’undicesima edizione di Passaggi d’autore: intrecci mediterranei apre con un omaggio ai 120 anni del cinematografo. Dodici i corti selezionati da Guy Borlée, coordinatore del Il Cinema Ritrovato, che si e ci domanda “cos’è il cinema, se non un viaggiare?”: nello spazio, per chi fu; nel tempo, per tutti gli altri.
È proprio ai viaggiatori, agli esploratori dei mondi di celluloide che si rivolge, molto efficacemente, la clip animata che il curatore ha portato al festival per introdurre le attività della Cineteca di Bologna. Il contributo racconta i volti di Chaplin e della Loren, di Mastroianni, di Bergman, passando attraverso i decenni per le vie d’Europa o della grande America. Poi è arrivata la musica. Ad accompagnare i cortometraggi, Emanuele Contis (sax soprano, tromba e loop station), Andrea Granitzio (piano) e Guido Sodo (chitarra acustica, mandolino).
Spesso, in un cortometraggio, si tende a dare per scontato lo sposarsi delle immagini con le melodie proposte. L’esperienza di “Mediterraneo ritrovato” ha permesso di segmentare queste percezioni: Contis aveva avvertito, “a volte sarà la musica a descrivere le immagini, a volte le immagini parleranno da sole… ora suono, che parlo meglio”.
Vedere la musica unirsi fisicamente ai filmati, è stata la vera matrice dell’alchimia che ha contraddistinto l’evento. Quelle immagini del Novecento, riesumate e rese fruibili per noi cento anni dopo, erano già vive, vivissime. Ma ciò che ne ha suggellato l’esclusività è stata la musica. Quelle immagini che non verranno più raccontate nello stesso modo.
Siamo stati a Napoli (Naples, Italia 1927), sulle note del mandolino del maestro Soda, spesso in compagnia della sua voce, ma anche a Marsiglia (Le port de Marseille, Francia 1908), nella Spagna gitana (La Gitana-Sang Espanol, Francia 1908), in Egitto (Aegyptem-Alexandrien-Kairo, Germania 1915), in Tunisia (Le peche au thon en Tunisie, Tunisia 1905). Panorami diversi eppure funzionali, che ci hanno fatto pensare a come in realtà il Mediterraneo sia sempre stata una sola realtà, con mille sfaccettature diverse; gli “intrecci”, appunto.
In primo piano sempre l’operosità proletaria, le mani sapienti, la spocchia leggera di chi viaggia a cavallo; eppure a trasparire tra le note è la voglia di riunirsi, aldilà delle provenienze, delle caste. Esemplificativo il signorotto innamorato della figlia del pescatore (Robinet, pescatore per amore, Italia 1914), che si finge maldestramente uomo di mare per poter sposare la fanciulla. Le diversità sono una costante del tempo, ma con lui scorre la voglia di superarle. Speriamo di poterlo ritrovare questo mediterraneo, e con lui tutte le sinergie, lo stupore, la meraviglia per le nuove culture, la voglia di capirsi, di conoscersi, e infine, intrecciarsi.
Autori
Arianna Lai
Studentessa di lingue e comunicazione, Arianna Lai è appassionata di pubblicità, giornalismo e social media marketing. Nel tempo libero teatrante e redattrice del blog #Arianna chi?
Iacopo Cocco
Laureando in Scienze della Comunicazione, Jacopo Cocco è collaboratore radiofonico e appassionato di giornalismo e social media.