33° Torino Film Festival, 20 – 28 novembre 2015, Torino
L’unico peccato è l’assenza di amore
È il 23 maggio 1987 a Crosia, città di 10mila abitanti in provincia di Cosenza, posta sul tacco dello stivale italiano. Il giovanissimo Vincenzo Fullone entra nella chiesa abbandonata della Pietà assieme a un amico e, intorno alle 16, ha la prima di una lunga serie di apparizioni della Madonna. Negli anni Vincenzo maturerà un amore smisurato nei confronti di questa figura mistica e materna, utilizzando il suo dono e la notorietà conquistata per sostenere importanti cause sociali.
Si esce turbati dalla visione di Vincenzo da Crosia, primo lungometraggio documentario del regista calabrese Fabio Mollo, in programma al 33° Torino Film Festival. Ma questo sentimento di inadeguatezza, stranamente, non ha niente a che vedere con la religione, semmai ne è il lato oscuro. Con una consapevolezza rara nei bambini, Vincenzo sceglie fin dalle prime apparizioni di non diventare uno dei tanti santoni che a cavallo fra anni ’80 e ’90 cominciavano a imperversare nelle piccole televisioni private. Piuttosto trova nella pace di ogni apparizione la protezione da ogni male del mondo e con lui i parenti, gli amici e i credenti che si ritrovano nella chiesetta, a cadenza regolare, per assistere al miracolo. L’evoluzione di quello che, agli occhi di tutti, sembra essere un percorso messianico, viene ripreso costantemente dalle telecamere divenendo, a suo modo, un film disordinato fatto di testimonianze estemporanee. Il merito principale di Mollo è proprio quello di aver dato coerenza a un insieme di contenuti recuperati, al fine di costruire un racconto drammatico di grande impatto visivo ed emotivo (in particolare le sequenze di possessione in cui il ragazzo subisce le ferite della Passione). Né il regista, né il protagonista scelgono di evangelizzare il pubblico sottolineando, al contrario, il ruolo profondamente negativo, seppur catartico, giocato dai piccoli rappresentati della Chiesa nella provincia del profondo Sud. Per questo il film parla in modo diretto agli atei, agli agnostici e non agli osservanti che, in teoria, dovrebbero rappresentare il principale target di riferimento in un racconto di fede: perché non è un’opera sulla ricerca di Dio ma sull’unico peccato che un essere umano può compiere nella sua vita, ovvero la mancanza di amore. Nella tormentata vita di Vincenzo, vittima di numerosi abusi sessuali (uno dei quali quasi mortale), l’apparizione non è più un evento ma diventa abitudine a leggere e interpretare un linguaggio diverso, bellissimo e per gli altri inafferrabile.
Vincenzo da Crosia [Italia 2015] REGIA Fabio Mollo.
SOGGETTO Fabio Mollo. MONTAGGIO Filippo Montemurro. MUSICHE Rhò.
Documentario, durata 82 minuti.