SPECIALE 33° TORINO FILM FESTIVAL
Alle radici del rifiuto
Nell’assolata estate di un paesino francese, durante una notte di pioggia si consuma un omicidio. Un ragazzone, da tutti schernito per la sua invadenza dovuta a un lieve ritardo mentale, si accascia a terra sanguinante nell’aia della sua casa. Cosa ha portato questa violenza nella routine di questa comunità rurale?
Coup de chaud, tradotto “colpo di caldo”, di Raphaël Jacoulot entra prepotentemente nella lista dei pretendenti ai premi maggiori del 33° Torino Film Fest con questo dramma bucolico diretto con esperienza e molto bene sceneggiato. Fulcro di tutte le vicende che si sommano, creando un climax schiumante di rabbia, è Joseph Bousou (Karim Leklou) ragazzotto di origini gitane estremamente invadente ma, al tempo stesso, innocuo dal punto di vista fisico. Gli abitanti non sopportano la sua cleptomania ma dietro i formalismi della vita comune ben si intende che nemmeno fra i membri adulti scorre buon sangue. Ognuno vuole difendere il suo angolo di mondo e il fatto che Joseph faccia parte di un’altra etnia amplifica l’odio sordo nei confronti di chi invade uno spazio privato. Un film di forze contrastanti, cinico soprattutto nell’amore, un microcosmo di sentimenti frustrati da una prudenza totale in cui a vincere non è la forza della collettività bensì la stupida giustizia privata dei singoli. Joseph, vero centro emozionale del racconto, è il corpo/specchio che accoglie le insofferenze degli individui, subisce i loro colpi e li rimanda al mittente nella loro essenza di sconfinata tristezza. E non è un caso che siano proprio i corpi più imponenti presenti nella storia ad avere i ruoli preminenti: solo loro possono sopportare l’odio dei piccoli indigeni e solo loro, essendo entrambi emarginati, hanno il coraggio di svelare la profonda ipocrisia che regola la vita della comunità. Figure gargantuesche, indomiti, in particolare Joseph, un personaggio sui generis, difficile da raccontare, che sfugge a qualunque parallelismo cinefilo imponendosi nella sua unicità. Merito di un regista dal profondo sguardo umanista che non punta sul sentimentalismo spicciolo e sulla dicotomia buoni/cattivi per costruire questo dramma periferico che parla a noi, raccontando molto più di quello che riusciamo a carpire in un’ora e mezzo di proiezione.
Coup de chaud [id., Francia 2015] REGIA Raphaël Jacoulot.
CAST Jean-Pierre Darroussin, Grégory Gadebois, Karim Leklou, Carole Franck.
SCENEGGIATURA Raphaël Jacoulot, Lise Macheboeuf. FOTOGRAFIA Benoît Chamaillard. MUSICHE André Dziezuk.
Drammatico, durata 102 minuti.