La straordinaria normalità di un’eroina del popolo
Tutto sta per concludersi. La battaglia finale tra i ribelli e il grande potere centrale si avvicina sempre più. Ma tra dubbi esistenziali e sentimentali Katniss inizia banalmente a chiedersi se il fine giustifichi i mezzi, se sia giusto sacrificare vite pur di raggiungere l’obiettivo finale, la libertà. Questo problema si presenterà per tutta la pellicola, e metterà fine al triangolo amoroso che si protrae da quattro capitoli.
Inizialmente tenuta da parte, lontana dall’azione, la nostra piccola insubordinata decide di non rispettare le regole – imposte dalla presidentessa Coen, che detiene un potere che non le appartiene – e di arrivare a Capitol City. Una volta scoperta e assegnata a dei compagni si decide di “utilizzarla” per la sua immagine, per ciò che rappresenta: una giovane che da sola è riuscita a piegare il sistema sadico e tirannico. Ma quando si parla della “ghiandaia imitatrice” nulla va come dovrebbe, e così Katniss si ritrova al centro della battaglia, in mezzo a scene epiche che forse mancavano da un po’. Mentre nei primi due capitoli la lotta e la morte si svolgevano in enormi spazi aperti, dalle scene di caccia di una Katniss sconosciuta fino agli Hunger Games che si svolgono in boschi e distese enormi, in questo finale gli scontri sono caratterizzati da un senso di oppressione, tra palazzi giganti, fogne buie e piene di cunicoli, l’onda nera che li rincorre, in un dualismo tra prima e dopo, tra distretti e città, tra potere e ribellione. Se l’estetica e l’immagine è importante a Panem lo è anche per il regista Francis Lawrence che non sbaglia un colpo quando si parla di azione ma che forse in questa seconda parte de Il canto della rivolta cede un po’ troppo alla retorica, scivolando in alcuni passaggi nel qualunquismo. Alla fine (attenzione! Spoiler!) tutto si conclude per il meglio: Panem finalmente si libera di due tiranni e ottiene la democrazia anche se non con poche perdite. Katniss finalmente può togliersi le vesti di istigatrice della folla e tornare alla semplice vita di campagna, diventando ciò che ci si aspetta, in un perfetto quadretto familiare. Certo Hunger Games non vuole ricalcare i classici romanzi di formazione, né fare della protagonista un’eroina da film d’azione, ma anche il bisogno di mostrare la normalità – tanto desiderata e agognata – dei protagonisti attraverso una perfetta famiglia bionda, bella e baciata letteralmente dal sole non rende giustizia a questa saga che ci ha raccontato come un gesto di coraggio possa risvegliare tante anime e creare una rivoluzione.
Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte II [The Hunger Games: Mockingjay – Part 2, USA 2015] REGIA Francis Lawrence.
CAST Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Donald Sutherland, Woody Harrelson, Elizabeth Banks, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman.
SCENEGGIATURA Danny Strong, Peter Craig (dal romanzo Il canto della rivolta di Suzanne Collins). FOTOGRAFIA Jo Willems. MUSICHE James Newton Howard.
Avventura, durata 137 minuti.