Prova a prendermi
Doveva trattarsi del sequel di Se7en. Almeno nelle intenzioni di Ted Griffin che aveva scritto la prima bozza di sceneggiatura. Invece il copione di Premonitions, rielaborato a quattro mani con Sean Bailey, è rimasto inutilizzato per tredici anni e solo adesso raggiunge la sala per la regia di Afonso Poyart. Non c’è quindi da stupirsi se il connubio tra thriller e paranormale non brilla esattamente per originalità.
Sensitivi e precognizioni hanno ormai popolato il piccolo e il grande schermo con una pervasività figlia del tempo, tra l’ansia da anticipazione nell’era degli attentati e un progressivo ritorno al misticismo. Ma il tête-à-tête tra l’ex agente Clancy e il serial killer che dispensa la morte non manca di spunti degni interesse. Non tanto per le questioni morali che solleva, pur sempre attualissime ma affrontate con una buona dose di retorica e un’apertura soltanto apparente. Il possibilismo delle esplicite riflessioni sull’eutanasia e il tentativo di introdurre un punto di vista non convenzionale si incrina infatti all’emergere di un sottotesto più conservatore, che fa leva sull’incontro conciliante tra scienza e religione e non risparmia luoghi comuni come il binomio AIDS/omosessualità e donna in carriera/desiderio represso di maternità. L’aspetto più riuscito di Premonitions è invece la resa stilistica, forte della fotografia di Brendan Galvin e dell’accuratezza riservata alla composizione delle inquadrature. Se la regia pecca talvolta per virtuosismo, è comunque efficace nell’evocare un senso di minaccia onnipresente, strisciando furtivamente o incombendo dall’alto, avvalendosi del ritmo incalzante di un montaggio eccellente anche nelle sequenze di inseguimento. Altrettanto funzionale è la rimarcata specularità tra i due antagonisti, un canuto Anthony Hopkins muto, glaciale e minimale e un cupo Colin Farrell loquace, febbrile e irrequieto: un’opposizione cromatica e mimetica che fa buon gioco nel suggerirne una distanza più drastica di quanto non sia realmente. Certo la solidità dell’impianto visivo e la profondità delle interpretazioni non bastano a coprire l’ingenuità dei difetti, come il ricorso al bullet time quando non se ne sente necessità e altri eccessi francamente pleonastici. Ma nel complesso la resa della componente thriller riesce a rendere il film coinvolgente, nonostante le doti paranormali dei suoi protagonisti facciano invidia ai superpoteri degli eroi del cinema tratto dai fumetti.
Premonitions [Solace, USA 2015] REGIA Afonso Poyart.
CAST Anthony Hopkins, Colin Farrell, Jeffrey Dean Morgan, Abbie Cornish.
SCENEGGIATURA Ted Griffin, Sean Bailey. FOTOGRAFIA Brendan Galvin. MUSICHE BT.
Thriller/Noir, durata 101 minuti.