8° Archivio Aperto, 23 ottobre – 5 dicembre 2015, Bologna
Hannes Schüpbach – Il perdurare dell’istante nella memoria
Dopo l’anteprima, musicata dal vivo, di 14 Reels, film collettivo in Super8 di quattordici bobine, tutto montato in camera, opera di quattordici registi, tra cui Tonino De Bernardi, Massimo Bacigalupo, Boris Lehman, Alina Marazzi, l’ottava edizione di Archivio Aperto, a cura della benemerita associazione Home Movies, è entrata nel vivo del vasto e interessante programma, con l’incontro dedicato allo svizzero Hannes Schüpbach.
Proveniente dal mondo dell’arte figurativa, Schüpbach manifesta un evidente gusto paesaggistico, nei suoi corti muti in 16 mm, pieni di acqua che scorre, alberi, montagne, ma non per questo rinuncia all’umano. Il suo è un cinema di forte impatto emotivo e, allo stesso tempo, anche un cinema di riflessione sul tempo, sulla memoria e sul movimento.
Sottoponendosi alle domande del partecipe pubblico bolognese, Schüpbach ha commentato dapprima due corti lontani tra loro, nella successione cronologica della sua filmografia: Portrait Mariage del 2000 e il magnifico Instants, del 2012. Nella seconda parte dell’incontro, invece, è stata proiettata la trilogia del 2011 costituita da Spin, Verso e Contour, quest’ultimo realizzato rimontando alcune scene degli altri due.
Portrait Mariage è il film che più ricorda i tanti home movies matrimoniali, ma qui l’intento non è, ovviamente, quello di documentare un lieto (?) evento, quanto di sovrapporre ed intersecare le immagini degli sposi, i loro abbracci, le varie fasi della cerimonia, i festeggiamenti, tutto ripreso con inquadrature ravvicinate e dettagliate, soprattutto di braccia e mani, con tessuti, paesaggi, fiori, oppure con i particolari degli affreschi della chiesa, a volte seguendo chiare associazioni, come quelle che partono dal cibo. Stacchi rapidi e colori forti sono le scelte estetiche e di linguaggio di questo film affascinante, montato direttamente in camera, a differenza di Instants.
Instants, invece, è un film più distaccato e ragionato, il più teorico tra quelli proiettati, nel suo riuscito tentativo di mostrare come si alternano le cose nella mente, come si collegano immagini diverse, qual è il rapporto tra stasi e movimento. La mano che scrive di Joel-Claude Meffre, un cane che salta, figure femminili quasi impercettibili, aliti di vento che muovono le foglie, istanti di un tempo quotidiano registrati in immagini fisse o in movimento, in questo film che sembra simulare una visione imperfetta ma intensificata del reale, tra le ripetizioni di un ritmo visivo di precisione sorprendente, con lo schermo bianco di alcuni fotogrammi che pare restituire l’accecarsi dell’occhio al sole.
In Spin, Verso e Contour la figura umana è rappresentata dai due anziani genitori del regista, piegati anche loro alla poetica schüpbachiana dell’iterazione e del rapporto uomo-natura. Le immagini sfocate di Contour ne confermano la natura fondamentale di opera sulla rielaborazione della memoria e delle immagini, ma rimandano anche a un approccio più fisico e corporeo alla realtà, filtrata da un occhio che non bada al singolo dettaglio e si fa soggetto di uno sguardo più onnicomprensivo e intuitivo.
Portrait Mariage [id., Svizzera 2000] REGIA Hannes Schüpbach.
Cortometraggio, durata 9 minuti.
Spin/Verso/Contour [id., Svizzera 2011] REGIA Hannes Schüpbach.
Trilogia di cortometraggi, durata 12, 13, 16 minuti.
Instants [id., Svizzera 2012] REGIA Hannes Schüpbach.
Cortometraggio, durata 16 minuti.