All’inizio o alla fine?
Leiji Matsumoto è noto al grande pubblico per Capitan Harlock e Galaxy Express 999, forse ancor di più per gli anime che ne sono stati tratti che per i volumi manga. La sua creatività ha trovato spazio nel genere fantascientifico, ma basta aprire una sua qualunque tavola per trovarvi un’alterazione del genere.
Le ventiquattro opere brevi contenute nel volume Storie di un tempo lontano ne sono esempi lampanti, la necessaria sintesi si associa ad un’estrema chiarezza e profondità concettuale e il ruotare sempre attorno agli stessi temi non risulta in una piatta monotonia, bensì ogni racconto integra la visione offerta dal precedente con un nuovo punto di vista e al termine della lettura tutte le opere sembrano formarne una in sé chiusa e compiuta. I temi sono la vita, la sopravvivenza delle specie, la fine della civiltà umana per come la conosciamo, il destino dei pianeti e dello spazio secondo la legge suprema della Natura. Ma soprattutto alla base di tutto vi è il dominio del Tempo, un tempo che scade o già è scaduto, un tempo che corre inesorabile o è talmente immobile da non contare più, un tempo che si dissolve e perde di senso, in cui è l’azione e l’istante attuale a contare, infrangendo qualsiasi spirito della Storia o del passato o della storia che sarà del futuro che viene. Di tanto in tanto appare un oggetto di “permanenza del tempo”, tenuto nascosto e segreto: il libro. La lettura è un atto dissidente, reimmette nell’individuo il concetto di storia e con esso il meccanismo logico di causa e conseguenza che induce allo spirito critico, violentemente represso e punito nei sistemi totalitaristici mostrati. Ogni racconto inizia, tranne qualcuno in medias res, con una visione indistinta in uno spazio aperto, nebbia, stelle, deserto, cielo o mare in cui accade qualcosa di imprevisto o appare una figura non consueta e misteriosa. Di lì in poi prendono le mosse tre forze fondamentali: una maschile, spesso scissa in una associata a forza, volontà di potere, giustizia personale e una tutta dedita all’opportunismo, al quieto vivere, al cavarsela qui e ora; una femminile, univoca e coriacea, dotata di arguzia, capacità di usare tutti i mezzi a propria disposizione e lungimiranza; infine una forza di “conservazione”, primigenia e innata, che in molti racconti giustifica un’estrema poligamia e un’esasperante centralità dell’atto riproduttivo inteso come dovere necessario laddove vi siano una figura maschile ed una femminile. C’è quindi un robusto legame tra ciò che è futuro e ciò che è atavico, primitivo. Lo stesso titolo pone le storie in un tempo che può essere lontano sia nel futuro sia nel passato, tanto che qualcuna è più adatta come cosmogonia che come possibile apocalisse. «Il futuro più lontano è semplicemente il momento appena passato».
Storie un tempo lontano [Kaerazaru Toki no monogatari, Giappone 1985]
TESTO E DISEGNI Leiji Matsumoto.
EDITORE RW Edizioni, 435 pp., 5.95 euro.