SPECIALE PETER BOGDANOVICH
Quattro valigie per quattro sconosciuti
Tutti vogliono quella valigia, ma quale valigia? Quale delle quattro finite nell’albergo di San Francisco in cui il film di Peter Bogdanovich è ambientato? Quella della spia contenente documenti top secret, e che un’altra spia ha intenzione di derubare? Oppure la valigetta dell’anziana riccona piena di gioielli preziosissimi che una coppia di ladri punta a far scomparire? Magari quella di Howard, uno stralunato musicologo, contenente una serie di pietre preziose, soggetto della sua ricerca musicale. Oppure è la valigia di Judy a essere quella più importante, la giovane ragazza invaghitasi di Howard che farà di tutto per allontanarlo dalla sua pedante moglie.
I punti di riferimenti per Bogdanovich in Ma papà ti manda sola? sono chiari, anzi manifesti come il suo intento di pellicola che rimugina sul classicismo di uno o più generi, tra ammirazione divinatoria e decontestualizzazione delle regole. La commedia brillante americana è il macrogenere, Bogdanovich mescola la Susan di Katharine Hepburn e il dottor Huxley di Cary Grant, direttamente da Susanna, con il classico meccanismo degli equivoci e l’incastro tra gag fisiche a metà tra la slapstick comedy e, più propriamente, i cartoni dei Looney Tunes (a cui del resto l’inseguimento finale rimanda esplicitamente). Ma papà ti manda sola? richiede ovviamente, per i generi cui fa riferimento e non solo, una sospensione dell’incredulità non dovuta tanto agli incastri degli equivoci – in cui addirittura sono quattro le valigie con la medesima orribile fantasia scozzese – ma in particolare rivolta a Judy, personaggio certamente fuori dagli schemi, ma a cui difficilmente si riesce a trovare una vera motivazione dell’insistenza nei confronti di Howard, se non quella di un sentimento sincero sbocciato casualmente e del tutto incontrollabile. È lei il vero mistero della pellicola di Bogdanovich, fulcro del film non solo perché a interpretarla è Barbra Streisand, ma perché è l’elemento più inspiegabile e più cinematografico di tutti, il più irreale e il più desiderabile. È questo il vero riferimento che Bogdanovich fa alla commedia classica americana, è quello di mescolare desiderio ed effetto d’irrealtà, in cui l’attrazione è direttamente connotata a ciò che nella vita reale così difficilmente potrebbe accadere, e non è un avvenimento o un meccanismo comico, ma una persona che molto probabilmente vorremmo incontrare per portarci fuori dalla nostra tediosa realtà.
Ma papà ti manda sola? [What’s Up, Doc?, USA 1972] REGIA Peter Bogdanovich.
CAST Barbra Streisand, Ryan O’Neal, Madeline Kahn, Kenneth Mars.
SCENEGGIATURA Robert Benton, Buck Henry, Peter Bogdanovich. FOTOGRAFIA Lázsló Kovács.
MUSICHE Artie Butler.
Commedia, durata 90 minuti.