SPECIALE PETER BOGDANOVICH
Ritorno al passato
Quando Peter Bogdanovich approda alla regia è un giovane ed affermato critico cinematografico, che ha avuto la fortuna di apprendere l’arte della cinematografia da Milos Forman, il quale gli affida il suo primo film, Targets – Bersagli.
Uno dei membri della New Hollywood, e in quanto tale anche lui fortemente influenzato dalla critica militante della Nouvelle Vague, Bogdanovich nel 1971 scrive (insieme all’autore del libro omononimo Larry McMurtry), dirige e cura il montaggio di The Last Picture Show, film che lo consacrerà tra le stelle di Hollywood, nella storia del cinema mondiale. È il 1951 ad Anarene, Texas, paesino dimenticato e in bilico tra passato e presente. La nostalgia per un epoca d’oro, come quella del cinema classico americano, è evidente a partire dalla minuziosa ricostruzione della cittadina, dei suoi personaggi, ritratti in uno splendido bianco nero (suggerito, racconta Bogdanovich, da Orson Welles). Sonny è un giovane della new generation, che stenta ancora ad interessarsi al football della sua squadra al liceo, ma già si gode delle scappatelle in Mexico con il suo amico Duane (Jeff Bridges). Le giornate si susseguono uguali e monotone, perché ad Anarene non c’è nulla da fare oltre ad andare al cinema dove si puo’ pomiciare con le ragazze. Sonny è un personaggio estremamente triste, sembra vivere lasciandosi trasportare dagli eventi. Cerca l’amore in una donna più adulta, altro dipinto della disperazione, ma sarà travolto dalla bellezza e malizia di Tracy (Cybill Shepherd), una ragazzina viziata che vede gli uomini dalla prospettiva di una vera consumista. Sonny, interpretato dal giovanissimo Timothy Bottoms, è un uomo malinconico, che come Bogdanovich guarda con nostalgia al passato mitico, incarnato dal cowboy Sam (Ben Johnson, premio Oscar come miglior attore non protagonista). Mentre vanno a pesca, Sam racconta a Sonny di una ragazza selvaggia che aveva conosciuto da giovane e di cui si era innamorato, rimirando il paesaggio fa notare quanto tutto sia cambiato. Un tempo quel luogo era un posto selvaggio, da conquistare, dove correvano le mandrie di cavalli (proprio come nei film di Ford che il cinema di Anarene proietta). L’ultimo spettacolo è dunque un tributo, la consacrazione di un passaggio, da un’ epoca ad un’altra, non più il glorioso cinema classico hollywodiano, ma nemmeno quello della gioventù bruciata, perché Sonny è il giovane consapevole di quell’America che aveva visto e stava ancora affrontando delle guerre sanguinose, le quali avrebbero cambiato il suo volto. L’ultimo spettacolo proiettato al cinema lascerà riluttantemente il suo posto alla televisione, e all’America che ancor oggi conosciamo, dove di certo non c’è più nulla da conquistare.
L’ultimo spettacolo [The Last Picture Show, USA 1971] REGIA Peter Bogdanovich.
CAST Timothy Bottoms, Jeff Bridges, Cybill Shepherd, Ben Johnson, Ellen Burstyn.
SCENEGGIATURA Peter Bogdanovich, Larry McMurty. FOTOGRAFIA Robert Surtees.
Drammatico, durata 118 minuti.