Talentuoso e solo
Presentato al Festival di Locarno del 2014 dove vinse il Gran Premio della Giuria, disgraziatamente non distribuito in Italia nonostante il volto di Jason Schwartzman noto per i film di Wes Anderson, Listen Up Philip è un’operazione giocata nella forma e nella sostanza sul labile confine tra cinema e letteratura, che approfondisce, senza cercare facili consensi, l’ambigua soglia di incompatibilità tra talento e sentimenti.
La vicenda di Philip Lewis Friedman, giovane e apprezzato romanziere giunto alla seconda, importantissima, prova letteraria, è guidata da un’ininterrotta voice over che trasforma le scene del film in capitoli di un romanzo, dove a contare sono le relazioni psicologiche e affettive del protagonista con le persone che gravitano intorno alla sua vita, la città di New York e una giusta commistione di riferimenti e stereotipi culturali, abilmente plasmati l’uno in funzione dell’altro: una sorta di crocicchio inedito tra i film di Woody Allen, i libri di Philip Roth e il gusto indipendente di un Sundance. Philip è uno scrittore con molte chance di successo, il collega veterano Ike Zimmermann – uno straordinario Jonathan Pryce – vede in lui un figlio da accompagnare e nutrire di buoni consigli, ma la sua misantropia, il culto smisurato dell’ego che ne accompagna ogni scelta e ogni scambio umano, lo costringono a sbattere a più riprese il muso sulla dolorosa verità della propria inerzia emotiva. Tutto il film di Alex Ross Perry, registicamente formulato come un continuo star dietro alle vicende in scena spesso abbandonando il protagonista in favore dei comprimari, si propone di inquadrare con orgoglioso disincanto il paradosso di un uomo che potrebbe essere felice, ma è incapace di esserlo insieme agli altri, e dunque di esserlo in assoluto. Le molte figure femminili che circondano Philip, prima fra tutte la sua storica fidanzata fotografa (vibrante la performance di Elisabeth Moss, sempre più vicina a scavalcare il confine dei suoi esordi televisivi), sembrano innamorarsi della peculiarità del suo punto di vista sulle cose, ma presto scoprono, a loro malgrado, la solitudine che deriva dallo stare accanto a lui. Philip è un uomo unico, eppure una parte di tutti noi vive parla e si atteggia come lui: è un lato comico, anzi ridicolo, quel lato di incontenibile presunzione con cui abbiamo bisogno di sentirci al di sopra di tutto il resto, di dipingerci speciali agli occhi degli altri, ma a lungo andare riesce nella crudele maledizione di diventare uno scalino insormontabile, un paradossale, se non tragico, imbuto di cattive intenzioni, e ancor più nefasti esiti. Tra una bottiglia di Laphroaig e un disco jazz, il destino e la condanna di Philip stanno tutti qua.
Listen Up Philip [id., USA 2014] REGIA Alex Ross Perry.
CAST Jason Schwartzman, Elisabeth Moss, Jonathan Pryce, Krysten Ritter.
SCENEGGIATURA Alex Ross Perry. FOTOGRAFIA Sean Price Williams. MUSICHE Keegan DeWitt.
Commedia, durata 108 minuti.