Il ritorno del rimosso
Sa di rimozione consapevole, quella effettuata da Rénald Luzier in arte Luz, fumettista collaboratore della rivista Charlie Hebdo, nel suo graphic novel Catarsi. Il disegno – come scrive nella breve prefazione di questo suo poderoso libro – lo abbandona lo stesso giorno in cui riesce fortunosamente a salvarsi dall’attentato alla sede del giornale satirico francese. Quello stesso giorno perde dei colleghi e soprattutto degli amici. Lo shock è forte e, appunto, per riprendersi ci vuole un po’ di tempo.
Catarsi è l’opera del ritorno, del suo ricongiungimento con il disegno; è – per usare le sue parole – “la storia di come si sono ritrovati due amici che hanno rischiato di perdersi di vista per sempre”. Ed ecco che allora il disegno diventa sensatamente lo strumento con il quale si può tentare di far riemergere quel rimosso, diviene ciò che può consentire di lottare contro i propri fantasmi; Catarsi è dunque un’opera estremamente variopinta, perché contiene al suo interno tutto un repertorio di stati d’animo, di emozioni e di sensazioni. Stupore, rabbia, tristezza, malinconia, sconforto, felicità, soddisfazione, godimento, ira, dispiacere si alternano in un vortice nel quale l’elemento drammatico e quello comico sono i capibanda. Sono brevi storie, siparietti, caricature che manipolano un’autobiografia coerente, attraverso il surreale, l’onirico, l’impressione e l’espressione. Sono getti di colore improvvisi, sono schizzi irrequieti e incontrollabili, sono gesti impulsivi e di liberazione; i disegni restano attaccati agli occhi di chi li osserva e portano con sé tutto un bagaglio di sofferenze dal quale – si percepisce molto bene – chi li ha realizzati difficilmente riuscirà a liberarsi. Ma la catarsi in qualche modo – seppur con fatica – è stata raggiunta: gli “omini” del primo racconto, stilizzati, immobili, con gli occhi enormi e tutti quanti rivolti verso chi disegna e – di conseguenza – chi legge, al termine dell’ultimo racconto sono tutti quanti in movimento, vanno avanti, cercano di dimenticare. Tranne uno: quello è il simbolo di qualcosa/qualcuno che deve restare a osservare, a controllare, ad assicurarsi che rimanga il ricordo vivido della tragedia. Però il disegno è tornato, finalmente, in tutto il suo splendore, con tutta la sua forza. È di nuovo nelle mani di chi impugna la matita. Purtroppo gli amici di una vita, invece, non torneranno più, ma tutto ciò servirà a ricordarci che forse ci sono disegni che non si potranno mai cancellare. Cos’è disegnare? Come diceva Van Gogh “è l’atto di aprirsi un passaggio attraverso un muro di ferro invisibile che sembra trovarsi tra ciò che si sente e che si può”.
Catarsi [Catharsis, Francia 2015] TESTI E DISEGNI Luz.
TRADUZIONE Michele Foschini.
EDITORE Bao Publishing, 128 pagine, 16 Euro.