SPECIALE SPIRITI & FANTASMI
Non credere a quello che vedi
A volte i registi si divertono a condurre lo spettatore verso false piste facendogli credere ciò che non è, salvo poi svelargli la vera realtà delle cose. È ciò che fa M. Night Shyamalan in Il sesto senso. Uscito nel 1999, assieme a The Blair Witch Project di Daniel Myrick e Eduardo Sanchez The Sixth Sense apre la nuova e prolifica stagione dell’horror cinematografico definibile New New Horror in quanto riproposizione – se non addirittura “remake” – del New Horror anni Settanta.
In questo caso il filone riproposto è quello del ghost movie, con la storia di un bambino in cura da uno psicologo che vede continuamente i fantasmi di gente morta recentemente. Niente di sorprendente se non fosse per il ribaltamento della figura orrorifica: il fantasma è da sempre considerato malefico e vendicativo, come nei film del j-horror. In Il sesto senso, invece, i fantasmi non sono altro che “persone” incastrate in un limbo e il bambino protagonista del film è l’unico in grado di aiutarle. Né buoni né cattivi dunque: sono semplicemente figure problematiche, irrequiete e inconsapevoli della propria situazione, che hanno bisogno di un aiuto per trovare finalmente pace. Shyamalan rende più realistico il film di fantasmi depurando l’horror da violenza e splatter e mischiandolo con il fantastico todoroviano. L’orrore è tutto insito nella psicologia dei personaggi. Ma Il sesto senso è rimasto celebre soprattutto per il sorprendente colpo di scena finale riguardante lo psicologo, interpretato nientemeno che da Bruce Willis. Senza svelarlo – per i pochi che non avessero ancora visto il film – si può confermare, a distanza di oltre quindici anni dall’uscita, lo stupore che colpì lo spettatore nel constatare come il regista lo avesse preso in giro, facendogli credere ciò che, invece, non corrisponde alla realtà diegetica del film. A visione ultimata ci si chiede come abbia potuto Shyamalan celare così abilmente la vera situazione dello psicologo: come è possibile che non ci sia qualche indizio o semplicemente una “debolezza” nella struttura di alcune sequenze in grado di far capire la verità? Rivedendo il film nessuna traccia apparente conferma tale ipotesi, confermando Il sesto senso come un mirabile esempio di perfetta costruzione filmica.
Il sesto senso [The Sixth Sense, USA 1999] REGIA M. Night Shyamalan.
CAST Bruce Willis, Haley Joel Osment, Toni Collette, Olivia Williams.
SCENEGGIATURA M. N. Shyamalan. FOTOGRAFIA Tak Fujimoto. MUSICHE James Newton Howard.
Horror/Thriller, durata 97 minuti.