“Elizabeth si sveglia a mezzanotte”
Serrato il tendone del “circus Elsa Mars” col suo contorno variegato di freaks e psicotici criminali, la serie antologica creata da Ryan Murphy e Brad Falchuk torna alle atmosfere neo-gotiche di Murder House, tra torture-porn e grand guignol, trasformando il Cortez Hotel nel crocevia maudit in cui la depravazione sessuale ha il volto iconico di Lady Gaga, maîtresse crudelissima dell’albergo losangelino.
Per una serie antologica come American Horror Story, che da quattro anni batte i territori più classici dell’horror (dalla casa stregata al manicomio criminale, dalle convention stregonesche al circo dei freaks), è fondamentale basare l’architettura narrativa su una solida sceneggiatura portante che possa poi diluirsi nella ramificazioni dei diversi sub-plot, con la funzione ultima di amplificare lo stupore della visione. Perché è proprio attraverso l’effetto psicotropo dell’eccesso barocco (al sangue, naturalmente), che gli ideatori della serie hanno deciso di annegare un citazionismo fin troppo manifesto, tra allucinazioni kubrickiane e vampirismo new wave, nella grottesca ouverture della quinta stagione. Accantonata la rassicurante presenza fissa di Jessica Lange, volto intercambiabile della serie da ben quattro anni, il duo Murphy-Falchuk ingaggia l’icona pop Lady Gaga, già donna-cameo per l’inossidabile Rodriguez e mette a segno il colpo vincente, almeno in questo primo match in cui l’horror si sposa ad evidenti sfumature thriller. Straniante come un trip da acido – complici le solite panoramiche deformanti degli ambienti – il pilot è letteralmente intriso nel sangue e rivisita la vocazione parassitaria del vampiro eccedendo nella depravazione come mezzo estetico per dipingere quadri in cui bulbi oculari, fluidi corporei e visceri sono in bella vista. Tra torture à la De Sade e gore rappreso, schizzato e bevuto a fiotti, il canto della Elizabeth (Bathory?) incarnata da una Lady Gaga fashion-fetish, è affidato ad una colonna sonora che rimanda agli anni del goth-dark, mentre il solito contorno di urla e gemiti risuona tra i corridoi labirintici del Cortez Hotel durante orge e gang bang assortite. Come in ogni season del franchise, l’ambiente circostante è il contenitore psicofisico in cui originano e si moltiplicano deliri e storie personali, un po’ sul modello della Hill House di Shirley Jackson, e il pilot, con la sua stanza numero 64 in cui tutti prima o poi si ritrovano in un moto centripeto senza uscita, ne è la conferma. Tra i momenti più riusciti, il lungo baccanale a quattro guidato dalla diafana Germanotta sulle note dei She Wants Revenge e la “stanza dei balocchi” in cui è confinato il figlio scomparso del detective John Lowe (Wes Bentley), inebetito dai videogame mentre attende prede a cui succhiare il sangue.
American Horror Story: Hotel [id., USA 2015] IDEATORI Ryan Murphy, Brad Falchuk.
CAST Lady Gaga, Sarah Paulson, Kathy Bates, Wes Bentley, Denis O’Hare, Matt Bomer.
Horror, durata 61 minuti (episodio: Checking in), stagioni 5.