SPECIALE PIANETA ROSSO
La cosa dal Pianeta Rosso
Su Marte esistono i fantasmi? Secondo John Carpenter sì, e sono impercettibili ai nostri occhi, o meglio, lo sono finché non invadono un corpo. Come virus, o meglio parassiti, che s’impossessano di un organismo, lo violano fino a controllarlo, sostituiscono la sua ragione con una propria, il fantasma diventa allora qualcosa di concreto, come un essere umano privo di ragione. Lo trasformano nell’aspetto, ogni contagiato inizia a smembrarsi e ad affilarsi i denti, e nell’indole, aggressivi e distruttori, gli impossessati diventano una sorta di guerrieri barbarici con unico intento di annientare chiunque ha invaso il loro pianeta.
Fantasmi da Marte è una pellicola che si muove su due assi che inevitabilmente rimandano ad altre due pellicole fondamentali nella carriera di Carpenter, La cosa e Distretto 13. Il primo è quello di rappresentare un organismo parassitario in grado di entrare nel corpo per nascondersi e poi uccidere: il male appare sempre in sembianze umane, ma a differenza de La cosa i veri alieni sono gli umani, invasori di Marte. La “cosa” che attaccava i ricercatori nella stazione in Antartide altro non era il residuo ritrovato di un’entità tecnologicamente e biologicamente superiore, Fantasmi da Marte al contrario mette il gruppo di protagonisti di fronte a un’alterità fondamentalmente arcaica, barbara, violenta nel modo di razziare gli insediamenti umani e brutale nelle pratiche di uccisione dei nemici, corpi decapitati e le teste usate come trofei. Un cortocircuito nel panorama fantascientifico in cui l’arcaico alieno si scontra con la modernità tecnologica della razza umana. L’altro polo in cui la pellicola si snoda, e molto ricorrente nella filmografia carpenteriana, è la confusione che viene a crearsi tra tutori della legge e fuorilegge. La spedizione di poliziotti incaricati di prelevare il detenuto Desolation Williams, sono costretti a scendere a patti con lui e la sua gang per fronteggiare il pericolo comune. L’assedio dentro la stazione di polizia e l’improbabile alleanza tra i due gruppi rimanda per forza di cose a Distretto 13 e, più in generale, a una divisione umana tra bene e male del tutto confusionaria, in un mondo in cui le regole della legge divengono ininfluenti. Fantasmi da Marte in fondo altro non è che un western, le desolate lande desertiche rosse, treni rapinati in corsa e piccoli villaggi fantasma, il mondo segue le regole selvagge del genere, dalle quali neanche il contesto fantascientifico riesce a scardinare l’indole dei personaggi. Due assi si diceva, organismi alieni (indifferentemente da chi siano realmente rappresentati) e uno scontro tra arcaicismo e modernità, in una pellicola che, andando oltre la sua semplicità di superficie, elabora uno scontro tutt’altro che prevedibile.
Fantasmi da Marte [Ghosts from Mars, USA 2001] REGIA John Carpenter.
CAST Ice Cube, Natasha Henstridge, Pam Grier, Jason Statham.
SCENEGGIATURA John Carpenter, Larry Sulkis. FOTOGRAFIA Gary B. Kibbe. MUSICHE John Carpenter.
Horror/Fantascienza, durata 100 minuti.