3° Cervignano Film Festival, 23-27 settembre 2015, Cervignano del Friuli
Il cinema del limite e del confine
21 opere in concorso, 5 lavori per la Finestra sul Cinema FVG, 6 corti provenienti dalle scuole, 14 videoclip. Questi sono solo alcuni numeri relativi al Cervignano Film Festival, conclusosi il 27 settembre, rassegna che ancora una volta pone al centro un cinema ancora poco visibile e chiede agli artisti di sviscerare i concetti di limite e confine.
Lo stesso titolo del Festival è espressione di ciò: forme narrative che di per sé sono esse stesse al confine del racconto cinematografico per storie al limite, non per questo però meno capaci di interpretare il sentire. La rassegna si concentra su espressioni artistiche che, proprio in questi ultimi anni, stanno oltrepassando “i limiti e i confini (linguistici, tecnici e poetici)” al meglio delle loro potenzialità. Attraverso i corti e i videoclip si rivoluzionano i codici, sperimentando tecniche nuove e contaminazioni con altri generi diventando, nel caso dei videoclip, forme autonome, strumento per affermare la propria identità. Si indaga sull’amore (Felice di Antonio Costa), sulla “diversità” (La primavera rosa en el Kremlin di Mario De La Torre), sul rapporto tra le religioni (Ave Maria di Basil Khalil, vincitore del premio Shootools), sulla tragedia dei lavoratori (E.T.E.R.N.I.T. di Giovanni Aloi, premio speciale della giuria, e L’impresa di Davide Labanti) e sulla “violenza” di cui spesso siamo vittime e carnefici (Matka Ziemia di Piotr Zlotorowicz, miglior interpretazione maschile). La rassegna fa capire che un’opera può essere capita e interpretata a vari livelli e che uno spettatore utilizza i propri strumenti per introiettarla nel miglior modo possibile. A dimostrazione di ciò, il vincitore per il pubblico è il lirico e mitologico Persefone di Grazia Tricarico che modernizza una storia d’amore al limite tra vita e morte, orrore e piacere, opera che non ha dalla sua semplicità e linearità come elementi metodologici. C’è spazio anche per La bambina di Ali Asgari – Cervo d’oro e miglior interpretazione femminile – che ci immerge nella vita iraniana e per il mockumentary di Lander Camarero A Serious Comedy (miglior sceneggiatura) che intreccia finzione e realtà, ironia e serietà, sviluppandosi su una sceneggiatura perfetta, “disorientante e multiforme”. Dopo tre anni di vita il Cervignano Film Festival si esprime in maniera sempre più forte e coraggiosa, portando al pubblico una molteplicità di lavori originali, complessi nella loro realizzazione e tematica, nelle loro simbologie e nel loro senso. Da sottolineare le serate dedicate al rapporto cinema-arte, nella fattispecie la relazione tra l’architetto Costantino Dardi e il regista Peter Greenaway, e l’interesse del Festival per i ragazzi a cui sono dedicati un premio e una sezione, curata da Anna Antonini, presidente della Giuria, su Hayao Miyazaki.