Quel che voglio di più
Lei beve, e tanto; capita che fumacchi roba, anzi spesso; va a letto con chiunque, senza dimenticarsi di non fermarsi mai a dormire; frequenta lo stesso un ragazzo, almeno ci esce per andare al cinema; ha un lavoro da favola, se s’intende lavoro da favola scrivere per una rivista maschile in cui il tono generale degli articoli è come farsi beccare facendosi delle seghe a lavoro.
Amy vive la sua vita così, memore forse del discorso del padre che le spiegò come la monogamia sia una soluzione sbagliata per la vita di una persona, magari convinta di quelle parole o probabilmente impaurita dall’altro, quello che la sorella ha, sposata con uomo fin troppo noioso e madre del figlio di lui, il classico sfigato della classe. Amy insomma vive una vita senza una propria sicurezza, senza sapere ciò che realmente vuole, e come spesso accade quando non si cerca, si trova proprio ciò ci cui probabilmente si ha bisogno. Per questo quando incontrerà Aaron Conners, un medico specializzato nella cura di stelle dello sport, non particolarmente bello né particolarmente simpatico, cambierà imprevedibilmente il suo stile di vita. Judd Apatow ci ha abituati a commedie in cui, dietro a una facciata quasi sempre molto leggera ed esile, si nasconde un’anima molto amara fatta di problemi comuni ma fin troppo sottovalutati sul grande schermo. Un disastro di ragazza non fa eccezione, l’allegra vita sessuale di Amy del resto altro non risponde che a un disagio sulla difficoltà di comprendere realmente quel che di più si desidera dalla propria vita, una relazione stabile o esser schiacciati dalle paure che ciò può comportare a chi da sempre ha visto nella coppia una prostrazione della vita sessuale. Un disastro di ragazza questo dilemma lo propone strutturalmente fin dalla sua narrazione, Amy ha già una condizione di equilibrio (per quanto superficiale), i suoi vizi comunque non vengono messi in discussione, il lavoro le dà una certa sicurezza economica e la promiscuità sessuale è ciò che probabilmente più la tranquillizza su una sua personale libertà. Quel che Amy desidera realmente in fondo rimane impalpabile per gran parte della pellicola, sia da parte dello spettatore che per lei stessa, che vive una condizione sentimentale del tutto nuova andando incontro alle più ovvie difficoltà di coppia con gli occhi vergini di una bambina alle prime esperienze, senza però avere mai una chiara meta. È qui la vera intelligenza di Un disastro di ragazza, che possiamo definire tranquillamente come una pellicola realizzata a quattro mani da Judd Apatow e Amy Schumer, non semplicemente perché il ruolo degli attori nei film di Apatow è sempre risultato determinante, ma anche perché la Schumer è essa stessa sceneggiatrice della pellicola. È vero, Un disastro di ragazza non avrà la stessa freschezza di altre pellicole di Apatow, ma lo stesso non perde la propria anima di un cinema leggero e problematico assieme, un racconto che di per sé potrebbe sembrare esile ma che quasi impercettibilmente mette in evidenza la difficoltà di comprendere ciò che più si vuole per se stessi.
Un disastro di ragazza [Trainwreck, USA 2015] REGIA Judd Apatow.
CAST Amy Schumer, Bill Hader, LeBron James, Brie Larson.
SCENEGGIATURA Amy Schumer. FOTOGRAFIA Jody Lee Lipes. MUSICHE Jon Brion.
Commedia, durata 125 minuti.
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