SPECIALE CANNIBALI!
“Can this modern man survive in a stone age world?”
Un elicottero sorvola un’isola delle Filippine. A bordo ci sono quattro persone, sono alla ricerca del petrolio e stanno per raggiungere il campo base situato nel cuore della giungla. L’atterraggio non è semplice e una ruota si rompe nella manovra, inoltre l’accampamento è completamente vuoto: i quattro sfortunati capiscono presto di essere bloccati in una giungla popolata da cannibali.
Una premessa da film horror è l’ingrediente immancabile nel genere che, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, ha contaminato il racconto orrorifico col cinema esotico di avventura con aspetti documentari. Se Umberto Lenzi pone le basi del genere con Il paese del sesso selvaggio (che è del 1972, proprio come Aguirre, furore di Dio), è Ruggero Deodato che pone il cannibalismo al centro della narrazione dandogli forma, proprio con Ultimo mondo cannibale (1977). Fra trame improbabili, effetti speciali artigianali e attori ricorrenti (Ivan Rassimov e la bella aborigena Me Me Lay), quello del cannibal movie è un filone al quale appartengono almeno una quindicina di film italiani. L’attrattiva del genere, già evidente nel primo cannibal movie di Deodato, sta nella pura exploitation: violenza gratuita e iperrealismo sanguinolento, sesso e violenza sugli animali (veri). È un vero e proprio “cinema delle attrazioni” dove la trama, sempre poco curata, passa in secondo piano rispetto all’aspetto puramente visivo e documentario. Deodato si sofferma per molti, lunghissimi, secondi sull’immagine di un pitone che ingoia un varano, sul close-up di un cadavere divorato dai vermi o sugli aborigeni che si divertono a punzecchiare i genitali di Robert, lo sfortunato protagonista. Lo stesso sguardo morboso tornerà in Cannibal Holocaust (1980) dove si moltiplicheranno le scene di violenza sugli animali. Il voyeurismo, insomma, è più forte delle esigenze narrative e la violenza diventa gratuita. Ciò determina una lunga serie di polemiche ma anche il successo di Ultimo mondo cannibale e la rapida diffusione del film cannibalistico, un genere popolare e facilmente esportabile (Cannibal Holocaust, ad esempio, ebbe un grande successo in Giappone). Ultimo mondo cannibale rimane un film pieno di problemi, soprattutto nella sceneggiatura (uno su tutti: l’improbabile decisione di passare la notte nella giungla piena di cannibali nonostante l’elicottero sia già riparato) e con gli anni ha, probabilmente, perso un po’ della sua potenza visiva. Rimane un must per chiunque voglia approcciarsi al filone dei cannibal movie e al cinema di genere italiano in generale.
Ultimo mondo cannibale [Italia 1977] REGIA Ruggero Deodato.
CAST Massimo Foschi, Me Me Lai, Ivan Rassimov, Sheik Razak Shikur, Judy Rosly.
SCENEGGIATURA Tito Carpi, Gianfranco Clerici, Renzo Genta. FOTOGRAFIA Marcello Masciocchi. MUSICHE Ubaldo Continiello.
Avventura/Horror, durata 88 minuti.
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