Fredda indipendenza
È francamente eccessivo inserire l’adattamento del romanzo di Thomas Hardy compiuto da Thomas Vinterberg nel gruppo dei film “dalla bella fotografia” e poco altro: innanzitutto perché, come vedremo, l’uso significante dei colori e delle luci di molte sequenze è forse l’aspetto più interessante del film.
Certamente però, Via dalla pazza folla non convince appieno. Non convince soprattutto perché, in fin dei conti, risulta freddo e distaccato, creando ben poca empatia con i tormenti, le lotte e le frustrazioni dei protagonisti, e dando in cambio ben poco. È come se il regista danese, da sempre autore di opere più teoriche e dimostrative che emotive, più rivolte alla rielaborazione cerebrale che alla più immediata ricezione di cuore e “de panza”, abbia voluto tenere a bada la carica sentimentale inevitabile in una storia del genere racchiudendola nelle cornici dei paesaggi splendidamente resi, gli unici elementi che scaldano il cuore, e di una messa in scena elegante e raffinata. Come se per combattere gli eccessi, anche retorici, che tante volte si sono visti in opere del genere, si sia caduti nella trappola opposta, quella di un’eccessiva freddezza.
Peccato importante per un melodramma, tanto quanto il peccato opposto. Causa di questa algidità è anche l’approccio al testo di riferimento, molto aderente all’intreccio di base; rapporto di fedeltà poco rielaborata che non permette di cogliere fino in fondo la complessità e la drammaticità delle scelte della protagonista, e di evidenziare davvero il loro rapporto di opposizione al contesto dell’epoca vittoriana. Come accennato all’inizio, è però proprio la stupenda fotografia, opera di Charlotte Bruss Christensen, a salvare, in parte, il film, impedendogli di essere solamente un’accademica raffinata trasposizione. Perché sono proprio certe significative scelte cromatiche e certi giochi di luci ad esprimere e simboleggiare nel modo migliore gli stati d’animo e i tormenti di Lady Everdene, e sono proprio le luci e i colori ad assumere il più evidente ruolo significante del film. Si veda, per fare un esempio, il volto di Carey Mulligan diviso, come in un quadro, tra una parte luminosa e una completamente oscurata, proprio nel momento di maggiore crisi delle sue convinzioni. Questo avviene soprattutto nell’ultima mezz’ora, la migliore del film, quando anche la mano del regista, fino a quel momento limitatasi a dirigere il traffico dei paesaggi immensi, regala una manciata di momenti di grande cinema.
Via dalla pazza folla [Far from the Madding Crowd, USA/Gran Bretagna 2015] REGIA Thomas Vinterberg.
CAST Carey Mulligan, Matthias Schoenaerts, Michael Sheen, Tom Sturridge, Juno Temple.
SCENEGGIATURA David Nichols (dal romanzo di Thomas Hardy Far from the Madding Crowd). FOTOGRAFIA Charlotte Bruus Christensen. MUSICHE Craig Armstrong.
Melodramma, durata 119 minuti.