72a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, 2-12 settembre 2015, Lido di Venezia
FUORI CONCORSO
Parole alla fine del giorno
Oltre due ore di semplice conversazione, nell’arco di un pomeriggio, prima che la luce cali sui due interlocutori, seduti in una casa in rovina affacciata su un paesaggio verdeggiante e ancora selvatico. Il primo a parlare, Tsai Ming-liang, è il più loquace e propositivo: si commuove, confessa, condivide, pone domande divertite, scoppia in irresistibili risate. Accanto a lui, vero enigma del film, l’attore feticcio Lee Kang-sheng resta prevalentemente in ascolto, elude le domande più ingombranti, lancia provocazioni a mezza voce, ininterrottamente fuma.
È la sintesi di una relazione pluridecennale, umana prima ancora che professionale. Il regista e l’attore, Tsai Ming-liang e Lee Kang-sheng: i loro film come frammenti di una vita trascorsa fianco a fianco, a pensare il cinema e l’arte l’uno in funzione dell’altro. Chiacchiere apparentemente qualsiasi, non pianificate, si snocciolano davanti alla macchina da presa, in inquadratura rigorosamente fissa, quasi ininterrotta. La conversazione non è un vero racconto, piuttosto un evento che conserva in se stesso anche il silenzio e la noia, il sentimento dello scorrere del tempo. Aneddoti, viaggi, dettagli di un’amicizia più che esclusiva: è il bilancio di un legame fotografato tra estasi e divenire, l’urgenza di una dichiarazione d’amore, la messinscena di un pretesto aggregativo – l’idea che Tsai presto morirà – che è tutto fuorché fasullo: sembra davvero un film testamento intriso di levità, impermeabile alla tragedia, in costante ascolto dell’altro. Il cinema di Tsai Ming-liang, annunciato come concluso dopo Stray Dogs, prosegue sottotraccia in altre forme e soluzioni, ma conserva la capacità del suo autore di meditare e restituire il senso del fare cinema, la necessità di agganciare l’interiorità dello spettatore, di esplorare la dilatazione del tempo, che è una rovina, proprio come la casa del film, proprio come i corpi e le voci dei suoi due abitanti, presenti e già assenti allo sguardo. Afternoon è l’occasione per Tsai di perdere il controllo, abbandonarsi al gusto del racconto di se stesso, ma questa libertà non offusca, anzi vivifica, la sua tensione all’umano, il suo bisogno di credere alla bontà dell’uomo, sondarla, raccontarla: è questo il centro, forse, di tutta la sua ricerca.
Afternoon [Na ri xiawu, Taipei 2015] REGIA Tsai Ming-liang.
CAST Tsai Ming-liang, Lee Kang-sheng.
Documentario, durata 137 minuti.