72a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, 2-12 settembre 2015, Lido di Venezia
IN CONCORSO
Torbido
Il clan dell’argentino Pablo Trapero è stato uno dei film selezionati per il concorso che ha riscosso i maggiori consensi, piacendo più o meno a tutti. Il film si ispira alla storia vera di una famiglia che, durante il periodo delle dittature militari argentine, arrotondava i propri guadagni sequestrando e uccidendo persone.
Il capofamiglia, interpretato benissimo da Guillermo Francella, è una personificazione della “banalità del male”: cittadino assolutamente comune e criminale spietato e senz’anima, tragicamente carismatico e ipnotico, capace di plagiare i componenti familiari con la sua autorità e garantendogli benessere e opportunità. Parallelamente al declino della dittatura, il potere del padre – anche nei confronti della famiglia – però gradualmente si sgretola. Trapero realizza un film solidissimo, girato perfettamente e assolutamente coinvolgente, scegliendo la strada del cinema gangsteristico, con evidenti riferimenti – per esempio, nel montaggio frenetico dei momenti più “d’azione” e nell’utilizzo barocco della colonna sonora – alla poetica scorsesiana, e per la centralità dell’istituto familiare ai clan raccontati da Abel Ferrara e da Coppola. Così, prendendo una vicenda esemplare nella sua malvagità quotidiana, riesce a dare un’idea del substrato di cinica e spietata cattiveria e d’indifferenza interessata su cui si sono poggiate le dittature militari sudamericane. Con uno sguardo, come accennato, più vicino alla solidità di genere statunitense che al radicale iper-realismo del cileno Pablo Larraín, con il quale condivide i punti di partenza e di arrivo, come la sconsolata analisi sociale sull’appoggio della maggioranza silenziosa. Così, Il clan si mostra per quello che è: un coinvolgente e inquietante film di genere dalle molteplici letture, che conferma il mestiere sopraffino del regista argentino, ma che – pur essendo assolutamente un film riuscito – lascia anche qualche piccolo dubbio che impedisce di dare sfogo fino in fondo all’entusiasmo, dovuto soprattutto alla professionale convenzionalità e all’eccessiva vicinanza sotto certi aspetti ad opere e registi che già hanno trovato il loro posto nella storia del cinema. Un film impeccabile, ma che non aggiunge nulla. È eccessivo definire Il clan semplicemente come una gradevole opera media senza particolare interesse, come altre presentate nei primi giorni del concorso, ma è altrettanto eccessivo definirlo un grande film. Per usare una metafora calcistica, assomiglia a quei buoni giocatori sì qualche gradino sopra la media, ma che non possono essere considerati fuoriclasse o campioni perché ci sono calciatori che, nello stesso ruolo, sono più forti e memorabili.
Il clan [El Clan, Argentina 2015] REGIA Pablo Trapero.
CAST Guillermo Francella, Juan Pedro Lanzani, Lili Popovich, Gaston Cocchiarale.
SCENEGGIATURA Pablo Trapero. FOTOGRAFIA Julian Apezteguia. MUSICHE Sebastián Escofet.
Drammatico/Thriller, durata 110 minuti.