SPECIALE WES CRAVEN
L’urlo della vittoria
Nel 1996, l’horror americano non si trovava di certo in grande forma. Ancora ben saldato alla serie B, il genere si stava commercialmente evaporando ed era ben lungi dall’essere considerato mainstream. La stessa carriera di Wes Craven, dopo una serie di flop, era in astinenza di successo. Scream, classica storia di adolescenti di provincia perseguitati da un misterioso killer mascherato da fantasma, è stato, per molti aspetti, un piccolo ed inaspettato miracolo.
La magia di Scream sta tutta nel suo essere stato un meccanismo filmico e commerciale perfettamente funzionante. La straordinaria Drew Barrymore apre il film come novella Janet Leigh in un impressionante prologo che è subito diventato cult: Casey, sola in una casa fuori mano, viene perseguitata telefonicamente da uno squilibrato che la sottopone a una vera e propria tortura psicologica fatta di quiz sul cinema horror. Un fatale errore su Venerdì 13 ha come punizione lo sventramento del suo fidanzato: la sceneggiatura strizza l’occhio sadicamente allo spettatore (quasi certamente colpevole di aver sbagliato a sua volta la risposta) e lo inchioda con violenza allo schermo per i successivi novanta minuti. Per la prima volta, il pubblico e i personaggi diventano un tutt’uno: i piani si mescolano e i protagonisti sono consapevoli di trovarsi all’interno di una classica storia da film horror anni Ottanta. La loro conoscenza enciclopedica del genere (che viaggia alla pari con quella del pubblico) però non determinerà la loro salvezza, e se i teenagers dentro lo schermo non si salvano, come potranno mai sentirsi al sicuro quelli che lo schermo lo stanno guardando? Craven riesce abilmente a raggiungere altissimi livelli di tensione, grazie ad un gioco registico classico ma innovativo fatto di inquadrature fluttuanti e fuori asse, scansioni esasperate dei tempi di montaggio e una colonna sonora lugubre e terrificante. Un’evoluzione narrativa che aveva già avuto inizio con Nightmare – Nuovo incubo (la sua prima incursione nel metacinema) ma che qui si mescola per la prima volta con la violenza cruda e selvaggia dei suoi film d’esordio (Casey non fa una fine migliore della Mari de L’ultima casa a sinistra). Più che un omaggio, Scream è una vera e propria dichiarazione d’amore nei confronti dell’horror e dei suoi fan; l’amore diretto e quasi maniacale per il suo pubblico ne ha determinato la vittoria e ha fatto sì che l’horror rientrasse a Hollywood dalla porta principale, dando vita a un nuovo e prolifico sottogenere citazionista, pauroso ed ammiccante. Se oggi l’horror non viene più trattato alla stregua di un genere inferiore ma bensì come campo aperto di serie A dove creare e sperimentare (con o meno successo), questo lo dobbiamo, in parte, anche alla mente brillante e beffarda del nostro caro Wes Craven.
Scream – Chi urla muore [Scream, USA 1996] REGIA Wes Craven.
CAST David Arquette, Neve Campbell, Courteney Cox, Rose McGowan, Drew Barrymore.
SCENEGGIATURA Kevin Williamson. FOTOGRAFIA Mark Irwin. MUSICHE Marco Beltrami.
Thriller/Horror, durata 111 minuti.