SPECIALE WES CRAVEN
Il male disturbante
Pensate a La fontana della vergine di Ingmar Bergman ambientato però invece che nella Svezia medievale nella provincia rurale statunitense dei primi anni Settanta, e al posto di una giovane vergine scelta a portare dei ceri alla Madonna nel giorno di festa, Mary Collingwood, una hippie di buona famiglia che ama divertirsi e non tirarsi mai indietro quando c’è da sballarsi.
Lasciate in comune la presenza del gruppo di briganti che stupreranno e uccideranno la ragazza, aggiungendoci una bella dose di sadismo, e la vendetta che i genitori compiranno nei confronti degli assassini ritrovatisi in casa. Avrete quindi L’ultima casa a sinistra, opera prima di un giovane Wes Craven.
Nella memoria collettiva e in quella del suo realizzatore ci sono delle discordanze, per quanto la pellicola nel tempo abbia assunto l’icona di film cult per gli appassionati, sia per la diretta intenzionalità ad affrontare certe tematiche sia per un’esasperata – per l’epoca – attenzione per l’impressionabilità della violenza, Wes Craven ha al contrario tentato di allontanare la pellicola nella sua filmografia. Scelta comprensibile data la grettezza registica e narrativa, L’ultima casa a sinistra si lascia ricordare per l’intenzione di dare uno spessore al gruppo di malviventi, senza però creare alcuna mitologia del male, personaggi presenti non tanto per la loro essenza malvagia e necessari solo all’economia del racconto, ma inseriti con uno spessore fatto di rapporti di forza e debolezza interni al gruppo. I protagonisti diventano i cattivi? Può darsi, ma nel caso di L’ultima casa a sinistra sono le azioni a essere il vero motore narrativo, l’efferatezza e il sadismo dello stupro e omicidio divengono il vero cuore memoriale della pellicola. Diversamente da altri thriller/horror di quegli anni – pensiamo a Non aprite quella porta di Hooper, cui il film di Craven è accomunabile da un certo isolamento del male nascosto nelle zone selvagge ai limiti della civiltà – il disturbo che suscita L’ultima casa a sinistra non deriva dall’architrave tensiva e orrorofica del film, ma piuttosto dal vago intento didattico che la pellicola mostra per quanto riguarda i pericoli nascosti appena fuori casa. Sesso e droga, binomio disturbante quanto affascinante, forse sono proprio queste sensazioni contrastanti che più rimangono nella memoria spettatoriale, come quelle che vengono suscitate a ripensare un soggetto bergmaniano rimodellato sotto l’inedita piega de L’ultima casa a sinistra.
L’ultima casa a sinistra [The Last House on the Left, USA 1972] REGIA Wes Craven.
CAST Sandra Cassel, Lucy Grantham, David Hess, Fred J. Lincoln.
SCENEGGIATURA Wes Craven. FOTOGRAFIA Victor Hurwitz. MUSICHE David Hess.
Thriller/Rape & Revenge, durata 91 minuti.